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Un’intensa docu-serie sui disturbi alimentari

Fame d’amore è una docu-serie che lascia il segno. In onda su Rai 3 in quattro puntate racconta con tratto delicato le difficoltà di alcuni adolescenti e giovani che non hanno un rapporto corretto con il cibo, ma soffrono di anoressia o di bulimia, due facce di una stessa medaglia.

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Un’intensa docu-serie sui disturbi alimentari

Fame d’amore è una docu-serie che lascia il segno. In onda su Rai 3 in quattro puntate racconta con tratto delicato le difficoltà di alcuni adolescenti e giovani che non hanno un rapporto corretto con il cibo, ma soffrono di anoressia o di bulimia, due facce di una stessa medaglia. Il titolo della trasmissione lancia molto correttamente il messaggio più vero per persone con questi disturbi. A essere sbagliata, infatti, non è primariamente la loro alimentazione. Il vero problema per cui stanno davvero male è proprio il bisogno di dare e ricevere sempre amore, un sentimento che sentono di non meritare. Questo mancato affetto impedisce loro di voler bene a se stesse e agli altri.
Le storie raccontate sono le vicende dei malati di due cliniche italiane specializzate nell’accompagnare chi è incappato in questa situazione davvero complicata. Alcune immagini, come il pianto sommesso ma lacerante di giovani ragazze che fanno fatica ad accettarsi, sono particolarmente intense e fanno strappare il cuore. Francesca Fialdini (nella foto) racconta con molto rispetto e pudore percorsi di vita segnati da grande sofferenza che sembra non avere mai fine. La conduttrice di Da noi... a ruota libera porta le telecamere all’interno di queste strutture per documentare tutto l’iter riabilitativo di questi giovani di entrambi i sessi: dal colloquio piscologico, agli appuntamenti comunitari di scambio e dialogo. Si tocca qui un crinale davvero decisivo che non ha vie di mezzo: vivere o morire, e soprattutto accettare di amare e di sentirsi amati oppure continuare a farsi sempre più male attraverso il cibo negato o ingerito in modo eccessivo. Questi pazienti usano, infatti, il loro corpo per dire quello che non riescono a comunicare con le parole, urlano che hanno fame d’amore, ma non sanno come fare a riceverlo. Hanno ben compreso intellettualmente il loro problema, ma non riescono a venirne fuori. In queste cliniche perciò sono in vigore regole molto rigide non solo in termini di nutrizione, ma anche per quello che riguarda l’abbigliamento e l’uso del telefono. Una situazione simile si era già vista sul piccolo schermo nella fiction Braccialetti rossi che aveva per protagonisti dei giovani ricoverati in ospedale, tra cui una ragazza malata di anoressia. La scelta sicuramente ardita di mandare in onda questa serie non è affatto per spettacolizzare il dolore. Può invece servire per capire più da vicino senza pregiudizi chi vorrebbe amare ma non sa come fare, per non illudersi a facili soluzioni o arrendersi sconsolati di fronte a chi soffre di queste patologie.

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