Spiato in tv
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Non c’è due senza tre, ma il quattro...

Nel nuovo corso editoriale di Rete 4 dall’autunno scorso la prima serata è dedicata all’attualità politica ed economica. In questa prospettiva Quarta repubblica apre la settimana televisiva con quasi tre ore d’interviste e confronti con al centro gli argomenti più dibattuti negli ultimi giorni se non addirittura in contemporanea alla messa in onda della trasmissione.

Parole chiave: Quarta repubblica (1), Spiato in tv (180), Giuseppe Begnigni (48)
Non c’è due senza tre, ma il quattro...

Nel nuovo corso editoriale di Rete 4 dall’autunno scorso la prima serata è dedicata all’attualità politica ed economica. In questa prospettiva Quarta repubblica apre la settimana televisiva con quasi tre ore d’interviste e confronti con al centro gli argomenti più dibattuti negli ultimi giorni se non addirittura in contemporanea alla messa in onda della trasmissione. Nicola Porro nel suo studio televisivo accoglie i protagonisti della scena istituzionale e politica del nostro Paese e intervalla gli interventi degli esponenti dei diversi partiti e degli opinionisti con filmati in esterna, alcuni dei quali in diretta. Il conduttore trasforma tanto l’attività di governo quanto quella dell’opposizione in un’infinita battaglia, ricca di colpi di scena ma assai più di prolungati periodi di stanca in cui continuare a rimestare i soliti argomenti con gli stessi protagonisti. Quello che capita nel suo programma è pressoché identico a quanto avviene in tanti altri talk-show, tutti somiglianti tra loro. Un’interminabile e prevedibile serie di dichiarazioni, repliche e controrepliche con persino il giochino delle ipotesi circa le possibili reazioni se una determinata affermazione pronunciata da un’esponente di una parte politica fosse stata proferita da un suo antagonista. Si oltrepassa così il confine tra informazione e narrativa, tra realtà e fantasia.
Porro naviga compiaciuto in questa ridda di argomentazioni nella scenografia in penombra di uno studio caotico come ciò di cui si parla. Al conduttore più che il contenuto, per attirare l’attenzione del pubblico, interessa la forma che quanto più è polarizzata e pungente, tanto meglio affascina. Battibecchi, insulti, ingiurie, parolacce… tutto serve a mettere in scena lo spettacolo della politica dalla quale la gente comune si stacca sempre più. Episodi anche banali dell’attualità, come pure la vita privata dei parlamentari, sono vivisezionati e mandati in pasto alle telecamere con un fare più da rotocalco di cronaca rosa che non da magazine d’informazione e approfondimento. Lo share che ruota attorno al 4-5% è in linea con la media degli ascolti di rete.
Ormai l’attività propria del legislatore e dell’amministratore si gioca molto più davanti alle telecamere che non nel proprio scranno nelle sedi istituzionali. Se di solito non c’è il due senza il tre, la quarta repubblica è proprio di troppo!

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