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Nel nome del figlio falegname

Pezzi unici, da cui prende il nome l’ultima fiction di Rai 1, è il titolo che Lorenzo, un giovane uscito dal tunnel della droga, aveva dato a un corso di falegnameria per persone, come lui, con un passato difficile da riscattare...

Parole chiave: Pezzi unici (1), Spiato in Tv (180), Rai Uno (13), Sergio Castellitto (1)
Nel nome del figlio falegname

Pezzi unici, da cui prende il nome l’ultima fiction di Rai 1, è il titolo che Lorenzo, un giovane uscito dal tunnel della droga, aveva dato a un corso di falegnameria per persone, come lui, con un passato difficile da riscattare. Infatti in questo gruppo così ben assortito, nessuna storia è uguale a quella di un altro. L’abile regista fiorentina Cinzia Th Turrini, che ha firmato grandi fiction di successo, di cui la più nota è Elisa di Rivombrosa, ha ambiento nella sua città d’origine un’inedita sceneggiatura che intende scavare nell’animo del padre di un ex tossicodipendente morto per un sospetto suicidio. Con coraggio e al tempo stesso in tono di sfida, questo genitore accetta di far proseguire nella sua bottega artigiana il corso già avviato da suo figlio. Il suo gesto non nasce dalla filantropia, ma dal desiderio di conoscere meglio circostanze e motivi per cui Lorenzo possa essersi tolto la vita. La trama racconta, senza addomesticarli particolarmente, le tante ripartenze e i rinnovati fallimenti di chi non riesce a costruire un futuro sicuro perché non ha fatto i conti fino in fondo con il proprio passato. Nel ruolo del protagonista Sergio Castellitto (a destra nella foto) riesce molto bene, da artista di razza, a mostrare le tante sfumature che albergano nella mente e nel cuore di un padre segnato da una prova troppo grande da accettare, con infinite domande, pensieri e ossessioni a cui cerca di dare riposta, sempre pronto a colpevolizzarsi e a tirare i remi in barca. I cinque apprendisti falegnami sono intrepretati da artisti emergenti che, nonostante una prova che in qualche occasione può apparire ancora acerba, riescono a rendere l’idea del disorientamento di una parte del mondo giovanile odierno. Loro sanno effettivamente qualcosa della morte del figlio maestro, ma l’omertà, la vergogna e la paura hanno il sopravvento. Irene Ferri interpreta, invece, il ruolo della direttrice della casa famiglia dove sono ospiti i giovani, prestando ancora una volta il volto, come era già avvenuto in Le ragioni del cuore, a un’operatrice del sociale. Curiosa poi la prova di Giorgio Panariello che, abbondati i ruoli comici, si cimenta, con qualche deficit di credibilità, in un personaggio dai toni drammatici come il vedovo Gabriele Corsi, vicino di bottega del protagonista. La fiction con un ottimo 20% di share rappresenta un successo di Rai 1 e costituisce, all’interno dei prodotti del suo genere, un interessante, originale, godibile e apprezzato pezzo unico.

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