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Lo scarso appeal di violenza e crimine

Suburra – La serie è la prima fiction italiana distribuita da Netflix, un grande contenitore virtuale dove ciascun abbonato può vedere in qualsiasi momento tutto quello che questo grande archivio mette a disposizione per qualsiasi supporto digitale. Ora questa produzione in 10 episodi, dopo due anni dalla sua prima diffusione, approda su Rai 2 il venerdì sera.

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Lo scarso appeal di violenza e crimine

Suburra – La serie è la prima fiction italiana distribuita da Netflix, un grande contenitore virtuale dove ciascun abbonato può vedere in qualsiasi momento tutto quello che questo grande archivio mette a disposizione per qualsiasi supporto digitale. Ora questa produzione in 10 episodi, dopo due anni dalla sua prima diffusione, approda su Rai 2 il venerdì sera. Da subito il telespettatore è avvertito che la visione è riservata a un pubblico adulto e si capisce immediatamente il perché. Fìn dalle prime scene, infatti, non mancano immagini di nudo e di violenza abbastanza cruda. In una Roma contemporanea si muovono tre giovani malavitosi, a capo ciascuno di loschi traffici, che stabiliscono un patto tra loro con l’intento di dominare, a tutti i livelli, la maggior parte del malaffare che circola in città. Questo clan di criminali organizzato in una rigida struttura gerarchica tesse una fittissima rete di corruzione che va dallo spaccio di droga alle controverse gare di appalto nel campo dell’edilizia. L’immagine che ne esce è di un lercio tale che non risparmia neppure gli uomini di Chiesa. La trama ben si riassume nel commento di uno dei protagonisti: «Questo posto non cambia da duemila anni: patrizi e plebei, politici e criminali, mignotte e preti… Roma». La città è presentata come un immenso sottobosco d’infimi personaggi che prediligono l’intimidazione e il ricatto per portare a casa i propri interessi.
Il cast è formato soprattutto da giovani attori emergenti già visti in qualche parte di secondo piano nelle fiction più famose, che qui danno il meglio di sé per animare un thriller piuttosto movimentato e avvincente. Inevitabilmente guardando la serie, il pensiero corre alle similitudini con il sistema criminale denominato Mafia capitale o Mondo di mezzo.
Questa fiction sta a Roma allo stesso modo in cui 35 anni fa La Piovra rappresentava riti e modi di agire della mafia siciliana. Il protagonista di quella produzione, Michele Placido, ora a distanza di tanti anni è diventato regista e firma con Molaioli e Capotondi questa serie ambientata ai giorni nostri. Se quella situata in Sicilia raccolse un ampio consenso di pubblico, questa fiction è stata vista sinora da neppure un milione di persone, con meno del 4% di share. Ritenere che quanto si vede sul piccolo schermo possa essere verosimile, più che suscitare interesse, ispira una sconsolata indignazione.

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