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Il contributo offerto da esuli famosi

Peter Burke
Espatriati ed esuli nella storia della conoscenza
Il Mulino, Bologna 2019, pagg. 294,
euro 28

Il contributo offerto da esuli famosi

Nelle lezioni di letteratura italiana tenute all’Università di Bologna, Ezio Raimondi soleva ripetere che «la cultura è la rappresentazione finita di un mondo infinito». Tale affermazione pare esser stata fatta propria da Peter Burke nell’ultimo lavoro dedicato al contributo che le comunità in fuga hanno offerto al mondo grazie al loro vissuto. Nato nel 1937 a Londra, professore emerito nell’Università di Cambridge, Burke nel suo Exiles and Expatriates in the History of Knowledge, 1500-2000, uscito alla fine del marzo del 2017 e pubblicato nell’agosto dello scorso anno dalla bolognese il Mulino con il titolo Espatriati ed esuli nella storia della conoscenza, ha voluto raccontare l’esperienza collettiva che nasce grazie a chi lascia il proprio Paese per approdare altrove. Il “lessico dell’esilio” rispecchia l’eterogeneità delle forme e dei contesti in cui esso matura: se Ariosto, infatti, scriveva “profugo” per indicare qualcuno che è fuggito, Machiavelli si serviva del vocabolo “fuoriuscito” per spiegare il movimento di qualcuno che esce “da” per andare “a”. Per il titolo del suo lavoro l’autore sceglie di usare “esule” ed “espatriato”, dando rilevanza alla radice comune dei due vocaboli per ricostruire l’esperienza comune delle migrazioni, sia che siano nate da una cacciata, sia che siano state l’esito di una scelta. Non si tratta di un problema di natura linguistica, poiché nei due termini si snoda la dolorosa storia degli emigrati di ogni tempo, da Galeno di Pergamo arrivato a Roma nel 162 per servire tre imperatori come medico di corte, all’esiliato Dante che a Verona avrebbe conosciuto “quanto sa di sale” il pane del rifugiato; da Hannah Arendt la quale, abbandonata la Germania nazista, non voleva esser chiamata profuga, bensì “nuova arrivata” negli Stati Uniti, ad Ariel Dorfman, argentino di Buenos Aires che, l’anno dopo il matrimonio con Angelica Malinarich divenne cittadino del Cile dal quale fuggì dopo il golpe di Pinochet.
Espatriati ed esuli è dunque una enciclopedia dei moltissimi cervelli scappati dalle guerre o dai rispettivi dittatori, insomma dei rifugiati o degli emigranti che hanno lasciato un segno nella storia del pensiero umano. A differenza di milioni di altri profughi ed emigrati, che si sono distinti anche se non erano architetti, ingegneri o medici, questi non possono essere ignorati giacché hanno donato alle nazioni che li hanno ospitati molto più di quanto abbiano ricevuto.

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