Spiato in tv
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Alle radici di un’integrazione riuscita

Mentre il fenomeno migratorio continua a essere motivo d’interesse nella politica internazionale, Rai 3 con Radici propone alcune storie di persone straniere che in Italia hanno trovato accoglienza, un lavoro e in alcuni casi anche l’amore...

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Alle radici di un’integrazione riuscita

Mentre il fenomeno migratorio continua a essere motivo d’interesse nella politica internazionale, Rai 3 con Radici propone alcune storie di persone straniere che in Italia hanno trovato accoglienza, un lavoro e in alcuni casi anche l’amore. Questi cittadini di altra cultura tornano nel loro Paese d’origine e fanno da guide eccezionali alla conoscenza di usanze diverse dalle nostre. Il loro compito non è però meramente di accompagnare il telespettatore, ma di percorrere un itinerario dell’anima per vedere quanto sono ancora saldi i vincoli con la madrepatria, i legami soprattutto con i familiari là rimasti, con le persone amiche, con luoghi della memoria cui sono associati fatti significativi della propria esistenza.
Tanti di questi nuovi italiani hanno avuto il coraggio di abbandonare il proprio Paese per cercare fortuna e nuove strade di realizzazione. Le loro storie raccontano di un’integrazione riuscita, della possibilità concreta di costruire una civiltà di meticciato inclusivo e non escludente. I reportage proposti dall’accompagnatore di questi viaggi, Davide Demichelis (a sinistra nella foto), sono racconti accompagnati da tante immagini, quasi una fotostoria commentata dai protagonisti che ha  sempre un lieto fine. Scopo del programma, infatti, non è trovare soluzioni o suscitare interrogativi intorno alle grandi migrazioni di massa, ma solo tenere desta la memoria di come da sempre lo spostamento di persone da un continente all’altro sia stato costante nella storia. Le radici che il protagonista va cercando oltre l’Italia, non sono, tuttavia, solo là. La lunga permanenza, la consuetudine di vita nel nostro Paese, ha fatto sì che anche qui ci siano concretamente nuove fondamenta su cui si è costruita una nuova fase di vita. Il conduttore che fa da spalla al migrante che torna in patria, ha un atteggiamento di estrema simpatia verso il suo protetto, vuole capire l’anima di chi ha lasciato il luogo natio, di chi ritorna per un breve periodo cedendo alla nostalgia, ma poi è deciso a tornare là dove ora la sua vita si svolge. Le radici cercate sono sempre feconde, non si possono strappare, ma piuttosto allargare per unire esperienze e stili diversi. Il programma ben curato, pecca forse di eccesivo buonismo che spesso corre il serio rischio di cadere nella superficialità. La narrazione a tratti assomiglia a un fotoromanzo, a un articolo da rivista patinata, a un racconto edificante. Le radici di ogni persona spesso portano con sé delle ferite antiche o recenti che in televisione, purtroppo, non appaiono.

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