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Il viaggio quale metafora della vita

Idalgo Carrara
Prima del viaggio
QuiEdit - Verona 2018
pp. 260 - euro 20

Parole chiave: Prima del viaggio (1), Idalgo Carrara (4), Libri (38)
Copertina del libro Prima del viaggio, ritraente una giovane donna in primo piano che legge un libro

Prima del viaggio è una lirica montaliana in cui il celebre poeta ermetico mette in versi i rituali che normalmente precedono una grande partenza. Uno tra tutti, la preparazione del bagaglio. Ma è anche il titolo, alla stessa ispirato, dell’ultimo libro di Idalgo Carrara, nel quale il counselor expert trainer originario di Nogara, studioso dell’animo umano in tutte le sue sfumature, porta avanti la sua riflessione attorno al post-mortem. Sulle orme di quello che egli chiama l’uomo vecchio, orientato verso le religioni che restringono la ragione, e sulle tracce dell’uomo nuovo, proteso verso gli incontri che, al contrario, la allargano. Come quello con Cristo e la sua “porta stretta”.
Attraverso la metafora del viaggio, dalla vita alla morte, dall’uomo vecchio all’uomo nuovo, l’autore ci introduce nei complessi linguaggi della psicoanalisi (altro percorso dentro l’Io che desidera approdare sull’“altra riva”) talvolta mediati dalle categorie della filosofia o dalla letteratura (come nel capitolo Tempi e volti dell’amore in Petrarca e Boccaccio) che confluiscono in una silloge di “scarti scelti”, dice Carrara, dal ciclo di lezioni dallo stesso tenute in diverse occasioni pubbliche, tutte accomunate dal filo conduttore della ricerca della felicità promessa dal Padre ai suoi figli. In questo contesto la psicanalisi si propone “niente altro che come un metodo o tecnica per applicare l’uomo già nuovo alla guarigione dell’uomo vecchio, facendolo rinascere”.
Di spiccata matrice pedagogica il capitolo dedicato al complesso di Telemaco, dove attraverso il mito si riesamina l’attuale condizione dei giovani. “Esiste una industria culturale che produce libri di ogni genere e specie che dovrebbero accompagnare i genitori nel loro dressage disciplinare del figlio (come addormentare il proprio bambino, come farlo mangiare, dove farlo studiare). Questo nuovo impero della regola si associa generalmente a quello della medicalizzazione sospinta alla vita: educare significa normalizzare e se il figlio non corrisponde all’ideale positivo della normalità sarà consegnato alla presa severa della diagnosi psichiatrica”. Un’altra impostura dominante è, per Carrara, “il dialogo che pretende di arrivare alla comprensione reciproca tra genitori e figli: per lo più una chimera”. Il vero dono della genitorialità, stando agli insegnamenti di Jacques Lacan, ripresi dal noto psicanalista moderno Massimo Recalcati, “è quello di rispettare il loro segreto, ovvero la particolarità insostituibile del loro desiderio”. Probabilmente ciò che ha voluto lo stesso Dio Padre donandoci il libero arbitrio.
Non mancano parentesi sui vizi umani (narcisismo e superbia), sull’esperienza del perdono e persino un breve omaggio al Papa, a quella sua normalità che “fa scalpore”.

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