Condiscepoli di Agostino
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La santità sulle ali della vigilanza e della fiducia

Papa Francesco non intende illudere nessuno. La via della santità è fatica e persino combattimento. Sempre infatti vi è in agguato, e agguerritissimo, Satana interamente intento ad impedire che l’uomo si lasci conquistare dalla grazia di Dio. Per questo afferma: “La Parola di Dio ci invita esplicitamente a ‘resistere alle insidie del diavolo’ e a fermare ‘tutte le frecce infuocate del maligno’” (Ge 162). Di conseguenza, proprio per combatterlo adeguatamente, occorre riconoscere Satana operante astutamente e assumere su di noi le armi potenti e idonee di cui Dio ci fornisce: “la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario” (ivi).

Parole chiave: Gaudete et exsultate (17), Mons. Giuseppe Zenti (309), Vescovo di Verona (244)

Papa Francesco non intende illudere nessuno. La via della santità è fatica e persino combattimento. Sempre infatti vi è in agguato, e agguerritissimo, Satana interamente intento ad impedire che l’uomo si lasci conquistare dalla grazia di Dio. Per questo afferma: “La Parola di Dio ci invita esplicitamente a ‘resistere alle insidie del diavolo’ e a fermare ‘tutte le frecce infuocate del maligno’” (Ge 162). Di conseguenza, proprio per combatterlo adeguatamente, occorre riconoscere Satana operante astutamente e assumere su di noi le armi potenti e idonee di cui Dio ci fornisce: “la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario” (ivi).
Saggiamente papa Francesco suggerisce di contrapporsi alle forze lusinghiere del male non con un combattimento per così dire all’arma bianca, ma facendo prevalere in noi il bene: “lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale e la crescita dell’amore sono il miglior contrappeso nei confronti del male” (Ge 163). E, ovviamente, sempre carichi di fiducia, perché “chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti... Il trionfo cristiano è sempre una croce che al tempo stesso è un vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male” (ivi).
A tal fine, citando fonti bibliche, papa Francesco raccomanda di tenere “le lampade accese”, di astenerci da ogni specie di male, a vegliare, a non addormentarsi sotto il peso, anestetizzane, dei peccati a cui si accondiscende facilmente, restando in una situazione di tiepidezza (cfr Ge 164). Dietro l’angolo infatti si nasconde il pericolo di lasciarsi corrompere spiritualmente: “La corruzione spirituale è peggiore della caduta di un peccatore, perché si tratta di una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità, poiché ‘anche Satana si maschera da angelo della luce’” (Ge 165).
In realtà solo un attento discernimento spirituale ci fa “sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo” (Ge 166). Sul discernimento papa Francesco insiste in tutti i suoi interventi, da Evangelii Gaudium in poi. Vi dà risalto anche in Gaudete et exsultate: “Al giorno d’oggi l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria” (Ge 167). Ed esemplifica soprattutto in riferimento al mondo dei giovani: “la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone. Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente ed interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali” (ivi). E opportunamente conclude: “Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento” (ivi).
Certo, l’oggi ci offre una valanga di realtà messe tutte sullo stesso piano. Su di esse occorre esercitare un discernimento sapienziale: “Questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo” (Ge 168). Dall’altro versante, il discernimento ci fa rigettare immobilismi e rigidismi, che ostacolano l’agire dello Spirito e ci impediscono di intercettare “i segni dei tempi” (cfr ivi). Per questo papa Francesco fa suo un testo famoso di Paolo: “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” (ivi).

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