Condiscepoli di Agostino
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Il tempo dei sogni e delle scelte

E siamo al capitolo quinto della Christus vivit. Papa Francesco entra nell’orizzonte del mondo della giovinezza facendo riflettere i giovani sul valore inestimabile della stagione che tocca loro in sorte di vivere...

Parole chiave: Christus vivit (10), Papa Francesco (112), Giovani (99), mons. Giuseppe Zenti (309)

E siamo al capitolo quinto della Christus vivit. Papa Francesco entra nell’orizzonte del mondo della giovinezza facendo riflettere i giovani sul valore inestimabile della stagione che tocca loro in sorte di vivere. Essere giovani è un dono, afferma, una benedizione, una beatitudine, un canto di speranza (cfr. CV 134-135). È una stagione della vita caratterizzata soprattutto dai sogni in grande e dalle scelte fondamentali. Al tempo di Gesù il passaggio dall’infanzia alla giovinezza era celebrato e festeggiato con solennità (cfr. CV 136). E, considerando la giovinezza sotto il profilo della crescita nella sua globalità, precisa: “La giovinezza, fase dello sviluppo della personalità, è marcata da sogni che vanno prendendo corpo... da scelte che costruiscono gradualmente un progetto di vita. In questa stagione della vita i giovani sono chiamati a proiettarsi in avanti senza tagliare le radici, a costruire autonomia, ma non in solitudine” (CV 137).
Seguono precisi chiarimenti sul rapporto tra stagione dei sogni e vita cristiana. In effetti, il rapporto vivo con Cristo “ci sprona, ci stimola, ci proietta verso una vita migliore e più bella” (CV 138), anche attraverso le inquietudini che segnalano vuoti interiori da colmare ma anche voglia di prendere in mano la vita con senso di responsabilità. Il Papa a questo proposito non poteva non offrire a tutti l’aforisma di Agostino che campeggia nella prima pagina delle sue Confessioni: “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” (Ivi).
Per i giovani, precisa il Papa, la vita è una promessa. E ne convalida l’affermazione con un riferimento personale. Rispondendo alla domanda su che cosa pensa dei giovani, ecco la risposta: “Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole volare con i piedi, che si affaccia sul mondo e guarda l’orizzonte con occhi colmi di speranza, pieni di futuro e anche di illusioni. Il giovane va con due piedi come gli adulti, ma a differenza degli adulti, che li tengono paralleli, ne ha sempre uno davanti all’altro, pronto per partire, per scattare” (CV 139). E con acutezza, aggiunge: “Un giovane è una promessa di vita che ha insito un certo grado di tenacia; ha abbastanza follia per potersi illudere e la sufficiente capacità per poter guarire dalla delusione che ne può derivare” (Ivi).
Nella stagione delle scelte importanti e decisive, come quella di formarsi una famiglia, quelle sociali, professionali e politiche, molti si lasciano prendere dalla paura e preferiscono rimandare le decisioni (cfr. CV 140). Di fronte alle difficoltà delle scelte pensate e oculate “c’è la minaccia del lamento, della rassegnazione” (CV 141). Papa Francesco definisce questo atteggiamento “la dea lamentela”, che fa prendere la strada sbagliata. Occorre stare in guardia anche dall’ansia, perché “i sogni più belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno, rinunciando alla fretta... Non bisogna aver paura di rischiare e di commettere errori. Piuttosto dobbiamo avere paura di vivere paralizzati... Anche se sbagli, potrai sempre rialzare la testa e ricominciare, perché nessuno ha il diritto di rubarti la speranza” (CV 142).
Ed ecco il famoso e solenne appello ai giovani: “Giovani, non osservate la vita dal balcone. Non confondete la felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita davanti ad uno schermo. Non riducetevi nemmeno al triste spettacolo di un veicolo abbandonato. Non siate auto parcheggiate... Rischiate, anche se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, per non diventare giovani mummificati. Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte della gabbia e volate via! Per favore, non andate in pensione prima del tempo” (CV 143).
† Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona

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