Condiscepoli di Agostino
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Il dovere di diffondere la fede cristiana

Dopo aver indugiato sull’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, quale è svelato dalla Sacra Scrittura, Agostino precisa che la Sacra Scrittura attraverso i predicatori è luce per il pellegrinaggio terreno fino alla fine del mondo: “Passano le nubi, ma il cielo rimane. Passano i predicatori della tua parola da questa all’altra vita, ma la tua Scrittura rimane sopra i popoli fino alla fine del mondo”.

Dopo aver indugiato sull’uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, quale è svelato dalla Sacra Scrittura, Agostino precisa che la Sacra Scrittura attraverso i predicatori è luce per il pellegrinaggio terreno fino alla fine del mondo: “Passano le nubi, ma il cielo rimane. Passano i predicatori della tua parola da questa all’altra vita, ma la tua Scrittura rimane sopra i popoli fino alla fine del mondo”. Ma proprio la Scrittura ci fa vedere oltre i fenomeni della storia. Ci svela il futuro eterno, dopo aver sperimentato la carezza del Figlio incarnato: “Ci ha guardati attraverso le reti della sua carne. Cristo, ci ha accarezzati e infiammati e noi corriamo al suo profumo. Ma quando si manifesterà, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è. Vederlo come Egli è, Signore, sarà il nostro vedere, che ancora non ci è dato”.
Allora, sottolinea Agostino, cioè nella luce eterna, potremo intuire la realtà di Dio come essere, conoscenza e volontà; in sintesi, conosceremo Dio come fonte dell’Essere (il Padre), come conoscenza di ogni realtà perché verità della realtà stessa (il Figlio), come volontà di bene, cioè come amore (lo Spirito Santo): “Come Tu solo sei in senso assoluto, così Tu solo conosci, Tu che sei immutabilmente e conosci immutabilmente e vuoi immutabilmente. Il tuo essere conosce e vuole immutabilmente, il tuo conoscere è e vuole immutabilmente e il tuo volere è e conosce immutabilmente”. Conclude Agostino riconoscendo che tutto ciò che è l’uomo è da Dio che lo riceve: “Perciò la mia anima è davanti a Te come terra senz’acqua, perché, come non può illuminare se medesima da sola, così non può saziare se medesima da sola”.
Ed ecco come un suono di tromba che incita alla grande battaglia, Agostino incita i cristiani ad essere coraggiosi testimoni e annunciatori del Vangelo, capaci di lambire come il fuoco ogni ambiente di vita e di essere luce del mondo: “Voi, stirpe eletta, debolezza del mondo, che avete rinunciato a tutto per seguire il Signore, andate dietro a lui e confondete i forti... Diffondetevi dovunque, fuochi santi e fuochi belli! Voi siete la luce del mondo e non siete sotto il moggio. Diffondetevi (discurrite: correte di qua e di là) e fatevi conoscere da tutte le genti”.
Ma poi, consapevole dell’influsso esercitato dai ministri della Chiesa sui fedeli, li esorta con vigore ad essere esempio per i fedeli di umiltà come antidoto alla disumanità della superbia, di castità e di sobrietà, perché non si allontanino dalla sorgente della vita, conformandosi alla cultura di un mondo che passa: “Ora i tuoi ministri operino sulla terra... operino sulla terra arida e siano di esempio ai fedeli, vivendo insieme a loro e incitando ad imitarli... Non conformatevi a questo mondo... Tenetevi lontani dalla selvatichezza disumana della superbia, dalla voluttà oziosa della lussuria e dal nome ingannevole della scienza... il fasto della vanità, i piaceri della lussuria e il veleno della curiosità sono moti dell’anima morta che muore allontanandosi dalla sorgente della vita. E così viene accolta dal mondo che passa e si conforma ad esso”.
E conclude affermando che solo la Parola di Dio non passa: “Invece la tua Parola, o Dio, è sorgente di vita eterna e non passa”.

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