Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Dopo aver rievocato il fatto che agli inizi esistevano soltanto tre uomini maschi dopo l’uccisione di Abele (Adamo, Caino e il figlio Enoch), Agostino precisa che l’autore sacro, attraverso una serie di successioni, ha voluto condurre l’umanità fino ad Abramo e di seguito fino alla città il cui regno era eterno e il cui re e fondatore era Cristo

Mentre Caino ha edificato una città terrena, Abele visse da esule in vista del cielo: “La città dei Santi è nel cielo, benché partorisca figli qui, nei quali è peregrinante, finché giunga il tempo del suo Regno, quando raccoglierà come un gregge tutti coloro che risorgeranno nel proprio corpo, quando sarà dato loro il Regno promesso, dove con il loro Principe re regneranno senza alcun fine del tempo” (De civ. Dei, XV, 2).

Nel passare dai libri 11-14 ai libri 15-18, Agostino cambia prospettiva. Nei libri 11-14 aveva affrontato l’argomento del confronto tra le due città, quella di Dio e quella terrena dal punto di vista della loro specifica natura

Alla conclusione dell’importante libro quattordicesimo della Città di Dio, Agostino rimotiva il fatto che la disobbedienza a Dio rende l’uomo incapace di obbedire alla sua stessa volontà: “Pertanto l’uomo è stato consegnato a se stesso perché ha abbandonato Dio; piacendo a se stesso e non obbedendo a Dio, non poté obbedire nemmeno a se stesso” (De civ. Dei, XIV, 24.2).

Anche l’unione coniugale si compie in un ambito di pudore, fuori dagli occhi di altri, fossero pure figli già cresciuti: “L’unione sessuale coniugale, che secondo le norme delle tavole matrimoniali diventa causa della procreazione dei figli, benché sia lecita e onesta, non cerca forse insieme un letto lontano da spettatori?…

Agostino è convinto che la volontà umana è stata creata buona da Dio, a servizio del bene, mentre la volontà cattiva è un difetto della volontà originaria: “Come sta scritto, Dio pertanto ha fatto l’uomo retto e per questo lo ha dotato di volontà buona… ma la prima volontà cattiva fu piuttosto un difetto rispetto all’opera, perché secondo se stessa, non secondo Dio…

Agostino è convinto che capo e origine di ogni male è la superbia, di cui satana è la personificazione. Sente pertanto il bisogno di precisare che cosa significa vivere secondo satana o, al contrario, secondo Dio

Su ogni possibile questione Agostino si impegna a confrontarsi con le varie correnti filosofiche del suo tempo. Anche nell’ambito della risurrezione dei corpi, mentre affronterà il medesimo tema solo dal punto di vista della teologia biblica nel libro XXII de La città di Dio.