Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

La bellezza e l’utilità della natura rispetto alla beatitudine eterna sono paragonabili ad un sollievo rispetto alla soluzione completa...

Nel creare ogni essere umano Dio lo dota di mente, cioè di ragione e di intelligenza. A questo punto Agostino enumera le potenzialità della mente umana, tra cui anche quella delle invenzioni

In forza della sua stessa esperienza, Agostino afferma solennemente che solo la grazia di Cristo Salvatore ci libera da questa misera vita: “Dagli inferi per così dire di questa misera vita non ci libera se non la grazia di Cristo Salvatore, Dio e Signore nostro...

Poiché tutti siamo stati intaccati dal peccato originale, nell’agire iniquo dell’uomo se ne constatano gli effetti, ad esempio nell’errore, nell’amore perverso e nelle vane bramosie...

Agostino già ha introdotto e trattato ampiamente il tema della beatitudine. Vi affianca il tema della pace su cui spende parole illuminanti

Agostino prende in considerazione, e lo focalizza, il tema della risurrezione, avversato dai Neoplatonici, specialmente da Porfirio e messo in dubbio dallo stesso Cicerone (Cfr. De civ. Dei, XXII. 4) e dà la spiegazione della difficoltà di accettarlo come un dato di verità

Agostino avvia il libro XXII de La città di Dio focalizzando subito il tema che fa da nucleo essenziale e da criterio ermeneutico: “la Beatitudine eterna!” (De civ. Dei, XXII, 1.1)

Ecco in sintesi la dottrina di Agostino sul Purgatorio, temporale, non eterno! Ciò significa che, se Dio manifesta la sua ira, cioè la sua opposizione risoluta al peccato, ciò non vuol dire che “reprima gli atti della sua misericordia” (De civ. Dei, XXI, 24.3)

Agostino, anche per esperienza personale, è convinto che tutto sta sotto il manto della misericordia di Dio: “In verità è grande la misericordia di Dio nei riguardi dei vasi della misericordia, da Lui preparati in vista della gloria...

Agostino ricorda che Gesù stesso ha parlato esplicitamente della pena del fuoco eterno: “È bene per te entrare nella vita monco che con due mani andare nella geenna, nel fuoco inestinguibile”...