L'anno santo con Dante
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Seggendo in piuma in fama non si vien

Passata la quarta bolgia, quella degli indovini, stando sul ponte della quinta bolgia, Dante assiste a scene che apparentemente suscitano il sorriso, ma in realtà rivelano situazioni angoscianti...

Parole chiave: L'anno santo con Dante (5), Mons. Giuseppe Zenti (345)
Seggendo in piuma in fama non si vien

Passata la quarta bolgia, quella degli indovini, stando sul ponte della quinta bolgia, Dante assiste a scene che apparentemente suscitano il sorriso, ma in realtà rivelano situazioni angoscianti: i diavoli di Malebranche, i cui nomi sono un capolavoro di fantasia, sotto la guida di Barbariccia, sono impegnati a far stare sotto la pece bollente i barattieri, cioè i truffatori, come i cuochi che con l’uncino fanno stare sotto acqua nella pentola la carne. Dante si sente in una compagnia malvagia. Del resto, osserva, ogni ambiente ha i propri frequentatori: “Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa / coi santi, ed in taverna co’ ghiottoni”. Dante e Virgilio vengono ingannati dai diavoli sulla via da prendere per proseguire il viaggio. Nulla di che meravigliarsi, dal momento che è il loro mestiere ingannare, come precisa frate Catalano: “Io udi’ già dire a Bologna / del diavol vizi assai, tra i quali udi’ / ch’elli è bugiardo e padre di menzogna”. Dante e Virgilio si allontanano da soli, uno dietro l’altro, come frati minori quando vanno per strada: “Taciti, soli, sanza compagnia / n’andavam l’uno dinanzi e l’altro dopo, / come i frati minor vanno per via”. Giunti sul ponte della settima bolgia, dove sono condannati i ladri, Dante si sente stanco. E si siede. Ma Virgilio lo rimprovera e gli ricorda che solo le conquiste, frutto di impegno e non di ozio, durano nel tempo, con fama imperitura: “«Omai convien che tu così ti spoltre», / disse ’l maestro; «ché, seggendo in piuma, / in fama non si vien, né sotto coltre; / sanza la qual chi sua vita consuma, / cotal vestigio in terra di sé lascia, / qual fummo in aere e in acqua la schiuma»”.
Almeno due indicazioni possiamo rilevare in riferimento all’Anno giubilare. Il primo riguarda il diavolo. Lasciamo stare per il momento come viene descritto da Dante. Sta di fatto che è “menzognero e padre di menzogna”. Dalle sue insidie e dalle sue seduzioni occorre tenersi sempre in allerta. La seconda indicazione: l’essere cristiani non consente una vita in pantofole; esige invece l’impegno, anche sotto il profilo sociale, di tutti i giorni, specialmente in tema di amore fraterno solidale.

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