Il Fatto di Bruno Fasani
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La violenza sulle ragazzine e i loro genitori sprovveduti

I fatti sono di una crudezza oscena. Non passa giorno che non ci consegni storie di stupro di donne o tentativi di violenza. C’è già chi ha pensato a demonizzare gli immigrati di colore. Sono giovani, con gli ormoni a mille e non hanno nulla da fare...

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I fatti sono di una crudezza oscena. Non passa giorno che non ci consegni storie di stupro di donne o tentativi di violenza. C’è già chi ha pensato a demonizzare gli immigrati di colore. Sono giovani, con gli ormoni a mille e non hanno nulla da fare. Così pensa e dice certa gente. Magari dimenticando che poco tempo fa sono stati fermati due carabinieri a Firenze, per aver violentato due turiste americane, ubriache marce. Il che non è una scusante, ma un’aggravante. È di questi giorni la notizia di un tentativo di violenza su una ragazza, da parte di due allievi poliziotti nella zona di Rimini. Giusto per ricordare che anche gli italiani, quando ci si mettono, sono degni figli della globalizzazione dell’inciviltà.
Il caso più drammatico di questi giorni ci viene però da Jesolo. Una quindicenne di origine friulana è in vacanza con la famiglia in un centro turistico del Veneto. Chiede ai genitori di raggiungere le amiche e di restare fuori casa per una notte. Una notte che inizia sul tardi, nella movida della notissima località balneare. È qui che incontra un senegalese molto più grande di lei. Alle tre di notte questi la invita sulla spiaggia ad ammirare le stelle. Ma sopra di lei, più che le stelle, si materializza soltanto il volto nero e violento del suo abusatore. Questa la storia. E questa la ferita che una bambina di quindici anni porterà impressa nella psiche come una cicatrice incancellabile.
Su questo fatto ho provato ad imbastire un confronto con alcune mamme. “È sempre successo” mi hanno risposto. Ma più che una spiegazione mi è sembrata una foglia di fico per coprire l’inadeguatezza con cui oggi i genitori non vogliono o non sanno più gestire le scelte e i tempi dei loro figli. Oggi si fa così, perché così dicendo si coprono sensi di colpa e vuoto educativo.
Ho profondo rispetto per questa ragazza, ma cercando di fare un po’ di astrazione, giusto perché il mio non sembri un giudizio contro di lei, sono qui a chiedermi se è normale che un/una adolescente di quindici anni sia in giro per le strade alle tre di notte con sconosciuti e gente di malaffare. Sono cresciuto sentendo raccontare la storia dei rintocchi dell’Ave Maria, ossia le sei di sera, quando bisognava essere dentro l’uscio di casa. Neppure allora le strade erano popolate di santi, ma certamente i rischi erano minori di quanti non ne presenti il contesto attuale. Bisognerà pure che una società che vuole garantire un futuro alle nuove generazioni cominci a interrogarsi se è normale che i ragazzi pascolino la notte come mandrie senza controllo. E bisognerà pure che i genitori comincino a sentire un po’ di colpa quando non sanno dove e con chi hanno i loro figli.
Ma bisognerà anche cominciare a chiedere ai ragazzi di quindici anni di rendersi conto dei rischi che corrono vivendo situazioni al limite in particolari momenti o ambienti dove vanno a ficcarsi. Se così non fosse dovremmo dedurre che ci troviamo di fronte a dei deficienti. Alla pari di chi chiude gli occhi perché oggi va di moda così.

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