Il Fatto di Bruno Fasani

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L'approfondimento settimanale di Monsignor Bruno Fasani

Fasani mons. Bruno

Tra i sentimenti che popolano la mente e il cuore degli italiani, dopo la cattura di Cesare Battisti, non c’è soltanto il senso della giustizia. C’è molto di più, compreso un senso di rivincita verso un assassino che ha passato anni in libertà, sfottendo il proprio Paese e i parenti delle vittime cadute sotto la sua violenza.

Mi auguro che quando queste mie riflessioni saranno pubbliche, i 49 fratelli africani, segregati su due navi nelle acque davanti a Malta, abbiano trovato qualche Paese disposto ad accoglierli e a dare finalmente risposta alle loro speranze. Su questa vicenda abbiamo letto e sentito troppe cose indecenti.

Alcuni giorni fa mandavo quattro righe a un amico di lunga data, Maurizio Belpietro, neo-direttore di Panorama. Gli facevo gli auguri per il nuovo incarico e, vedendo che apriva con un servizio sui preti pedofili, lo invitavo amabilmente a non accanirsi su questo tema...

Non avevo mai pensato al fatto che i nostri fratelli ortodossi non allestiscono il presepio come noi cattolici. Vuoi perché guardando alle loro icone ho spesso contemplato la bellezza della maternità della Vergine Madre, come qualcosa di analogo.

La tragedia di Corinaldo, in provincia di Ancona, rischia ancora una volta di essere rimossa, attribuendone la responsabilità a qualcun altro. Non importa chi esso sia, l’importante è che sia qualcun altro. Eppure sei morti, cinque minori e una giovane mamma, sono lì, pesanti come pietra nel rigore della morte, a interrogare la coscienza di tutti, nessuno escluso...

Puntuale come un’epidemia di influenza ogni anno arrivano i frombolieri che mirano al presepio. Quelli clericali e quelli anticlericali. Alla categoria dei primi appartiene qualche prete dotato di particolare zelo sociologico, il quale intima di non fare il presepio in famiglia se si vota Salvini.

In questi giorni in Vaticano si discute sul destino delle chiese dismesse. Un numero spaventosamente in crescita. A volte per danni subiti che non si riesce più a riparare per mancanza di fondi. Si pensi all’ultimo terremoto che ne ha messo fuori uso circa tremila. Altre vengono abbandonate perché in esubero rispetto ai praticanti che chiedono di fruirne. Altre volte ancora si tratta di chiese private o appartenenti a monasteri, ormai senza più vocazioni.

Non so chi abbia detto che l’incoscienza assomiglia pericolosamente alla felicità. Se non proprio alla felicità, quanto meno ad una ingenua euforia, che talvolta sembra indifferente ai richiami della ragione. Viviamo giorni di grande preoccupazione.

Mi veniva di pensare, ascoltando il Vangelo, che si potrebbe paragonare il cristiano ad una sorta di bancomat umano, al quale gli altri possono far ricorso quando sono nel bisogno...

Come domenica scorsa, 4 novembre di cento anni fa, l’Italia usciva da una guerra che durava da 41 mesi. Una “inutile strage” come ebbe a chiamarla papa Benedetto XV, che lasciò sul terreno 16 milioni di morti tra i soldati e 7 milioni di civili.