Il Calciastorie
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Se l’ultras è semplicemente “contrariato”

Da una parte la Roma, che non ha bisogno di presentazioni. Dall’altra lo Spezia, nono in Serie B e con già un cambio di allenatore alle spalle: l’annata non è delle migliori e non è che ci si aspetti una svolta dalla partita di Coppa Italia contro i giallorossi...

Parole chiave: Ultras (2), Il Calciastorie (121), Lorenzo Galliani (56)

Da una parte la Roma, che non ha bisogno di presentazioni. Dall’altra lo Spezia, nono in Serie B e con già un cambio di allenatore alle spalle: l’annata non è delle migliori e non è che ci si aspetti una svolta dalla partita di Coppa Italia contro i giallorossi. Eppure si arriva ai rigori e da una parte i campioni sbagliano (traversa di Pjanic, tiro alto di Dzeko), mentre i liguri non cedono all’emozione. La stagione 2015/16 della Roma ha già preso una brutta piega, e da 7 partite non arriva la vittoria: 2-2 a Bologna, sconfitta 2-0 contro l’Atalanta, pareggio in trasferta contro Torino e Napoli, più la disfatta (6-1) in Champions contro il Barcellona e il pareggino striminzito contro il non temibilissimo Bate Borisov. La panchina di Rudi Garcia, il tecnico acclamato per le dieci vittorie consecutive dell’anno precedente, traballa già da un po’. E la musica non cambia neppure dopo l’eliminazione in Coppa Italia. Anno nuovo vita nuova? Non sembra, perché il 9 gennaio i giallorossi si fanno raggiungere in casa dal Milan. Una piazza calda come quella della Capitale non è che abbia troppa pazienza e le contestazioni si fanno sentire. Cori, insulti, grida. Se il calcio diventa ragione di vita, le sconfitte sul campo ti segnano l’esistenza e non puoi fare altro che gridare. È arrabbiato anche Rolando, 36enne di Pomezia tecnico di bilance e registratori di cassa. Anche lui è all’Olimpico, e vuole dire la sua. Nell’epoca dei capi ultras non particolarmente aperti e socievoli (e già dal nome lo si può intuire, tipo “Genny la carogna”), Rolando decide di andare controcorrente. Si è portato tre semplicissimi fogli: due li voleva dare a suoi amici che, però, hanno declinato l’offerta. Lui allora alza il suo. C’è una scritta, a caratteri non cubitali e dal tono non aggressivo. Due parole: «Sono contrariato», non visibili dai calciatori neppure se avessero a disposizione un binocolo. Però lo inquadra la tv e allora la protesta di Rolando rimbalza su giornali e siti di tifosi della Roma. Lui dirà di avere usato le stesse parole di un dirigente della Maggica, e di avergli risposto allo stesso modo (della serie: sei contrariato tu? Figurati noi tifosi…). L’effetto, certo, è un po’ buffo. Ma nel mondo degli urlatori, la buona educazione può persino fare notizia. E se ci viene fatto un torto e non riusciamo a porgere l’altra guancia, evitiamo lo sfogo e limitiamoci a un «Sono contrariato». Magari il nostro avversario si aspettava di essere preso a male parole, e lo spiazziamo.

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