Condiscepoli di Agostino
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Lodiamo la Trinità dell’Unità e l’Unità della Trinità

Non sfugge a nessuno il fatto che Agostino volga al termine delle Confessioni con una proclamazione di fede in Dio uno e trino, alla cui immagine è creato l’uomo: “Perciò non dici: «Sia fatto l’uomo», bensì «facciamo l’uomo» e non hai neppure detto «secondo il suo genere», bensì «a nostra immagine e somiglianza». L’uomo infatti rinnovato nella sua mente, contempla e comprende la tua Verità... E a Lui, ormai capace di vedere, insegni la Trinità dell’Unità e l’Unità della Trinità”.

Non sfugge a nessuno il fatto che Agostino volga al termine delle Confessioni con una proclamazione di fede in Dio uno e trino, alla cui immagine è creato l’uomo: “Perciò non dici: «Sia fatto l’uomo», bensì «facciamo l’uomo» e non hai neppure detto «secondo il suo genere», bensì «a nostra immagine e somiglianza». L’uomo infatti rinnovato nella sua mente, contempla e comprende la tua Verità... E a Lui, ormai capace di vedere, insegni la Trinità dell’Unità e l’Unità della Trinità”.
L’essere creati a sua immagine e somiglianza è la più grande benedizione di Dio: “Direi, Dio nostro, che ci hai creati a tua immagine, direi che tu hai voluto elargire il dono della tua benedizione in particolare agli uomini... Direi che tale benedizione riguarda quelle specie che si propagano da se medesime mediante la generazione”.
E perciò Agostino sente il bisogno di rendere grazie a Dio: “Ti siano rese grazie, Signore. Vediamo il cielo e la terra... Vediamo il firmamento del cielo... Vediamo la bellezza delle acque... Vediamo i luminari risplendere sopra di noi, il sole e la luna... Vediamo la faccia della terra e l’uomo fatto a tua immagine e somiglianza, e proprio per la tua immagine e somiglianza, ossia in virtù della ragione e dell’intelligenza, posto al di sopra di tutti gli animali che sono privi di ragione. E come nell’anima dell’uomo c’è una parte che prende decisioni e domina e un’altra che è sottomessa e obbedisce, così vediamo che è stata creata per l’uomo anche fisicamente una donna che è uguale a lui per la natura razionale ed intelligente, ma che è sottomessa nel sesso del corpo al sesso maschile, così come l’impulso all’azione è sottoposto all’intelligenza, al fine di essere capace di agire in modo retto e con sagacia. Vediamo che tutte queste cose sono buone singolarmente e che tutte insieme sono assai buone”.
Le opere della creazione, derivate dalla materia informe creata dal nulla, sospingono l’uomo a lodare Dio: “Le tue opere Ti lodano affinché noi Ti amiamo; e noi ti amiamo affinché le tue opere Ti lodino... Le hai fatte dal nulla, non da Te e non da materia preesistente, ma da materia concreata... ha dato forma a una loro informità... Infatti, altro è la materia del cielo e della terra e altro è la forma visibile del cielo e della terra. La materia è tratta dal nulla in senso assoluto, la forma del mondo è tratta dalla materia informe”.
Precisa Agostino che anche i sacramenti sono una valorizzazione della materia creata: “Quindi, per ammaestrare le genti che non avevano la fede, hai creato dalla materia corporea i sacramenti”. L’uomo tuttavia non è solo materia; è anche anima, intelligenza: “Quindi hai formato l’anima viva di quest’ultimo, facendo ordine in essa con il rigore della continenza. Hai poi rinnovato a tua immagine e somiglianza l’umana intelligenza in modo che fosse soggetta solamente a Te”.
E alla conclusione delle Confessioni Agostino si proietta sull’orizzonte dell’escatologia con tutto lo slancio del suo essere, metafisicamente, proprio nel ripensare come in sintesi il mistero della creazione: “Signore Dio, donaci la pace della quiete, la pace del sabato, la pace che non ha sera... Il settimo giorno è senza sera e senza tramonto, perché Tu lo hai santificato per farlo durare in eterno... ci saremmo riposati in Te nel Sabato della Vita eterna... E sarai Tu che anche allora riposerai in noi, così come sei Tu che ora operi in noi... Ma Tu, Signore, sempre operi e sempre riposi... Tu, Bene che non manca di altro bene, sei sempre in riposo, in quanto sei Tu stesso il tuo riposo... a Te si bussi. Così, così si riceverà, così si troverà, così sarà aperto!”.

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