Condiscepoli di Agostino
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La pastorale della famiglia

Il capitolo sesto della Esortazione postsinodale Amoris Laetitia presenta alcune interessanti prospettive pastorali che riguardano la famiglia, per certi versi non datate, rispondenti al reale di oggi. La prima sottolineatura: la famiglia va riscoperta come soggetto principale e attivo della pastorale familiare, soprattutto nell’efficacia evangelizzante del dare testimonianza gioiosa dell’essere “chiesa domestica” (cf AL 200).

Il capitolo sesto della Esortazione postsinodale Amoris Laetitia presenta alcune interessanti prospettive pastorali che riguardano la famiglia, per certi versi non datate, rispondenti al reale di oggi. La prima sottolineatura: la famiglia va riscoperta come soggetto principale e attivo della pastorale familiare, soprattutto nell’efficacia evangelizzante del dare testimonianza gioiosa dell’essere “chiesa domestica” (cf AL 200). Occorre allora far sperimentare alle famiglie il fatto che il Vangelo, in genere, e quello della famiglia in specie, è essenzialmente gioia. Gli sposi chiedono ai sacerdoti di annunciare loro l’intero pacchetto della originalità del matrimonio cristiano come “coraggiosa scommessa su un amore forte, solido, duraturo, capace di far fronte a tutto ciò che si presenti sulla loro strada” (ivi). La Chiesa desidera “accompagnare ciascuna e tutte le famiglie perché scoprano la via migliore per superare le difficoltà che incontrano sul loro cammino” (ivi).
Di conseguenza, senza mai venir meno ai fondamentali del patrimonio veritativo del Cristianesimo, non basta “un annuncio meramente teorico e sganciato dai problemi reali delle persone” (AL 201). Anche perché “il Vangelo della famiglia è risposta alle attese più profonde della persona umana […]. Non si tratta soltanto di presentare una normativa, ma di proporre valori, rispondendo al bisogno di essi che si constata oggi, anche nei paesi più secolarizzati” (ivi). Di contro alla necessità di affrontare le tematiche familiari in modo propositivo occorre anche denunciare “con franchezza i condizionamenti culturali, sociale, politici ed economici, come l’eccessivo spazio dato alla logica del mercato, che impediscono un’autentica vita familiare, determinando discriminazioni, povertà, esclusioni e violenza” (ivi).
Chi di fatto è chiamato a stare al fianco della famiglia? La “parrocchia, che è una famiglia di famiglie” (AL 202). A tale riguardo l’Esortazione invita i presbiteri a tenersi formati adeguatamente a “trattare i complessi problemi attuali delle famiglie” (ivi). Anche il curriculum degli studi della teologia deve focalizzare l’opportunità di “una formazione interdisciplinare più ampia sul fidanzamento e il matrimonio” (AL 203). Ed essendo importante che i seminaristi acquistino un buon equilibrio psichico affettivo, fortificando la propria autostima, occorre che “le famiglie accompagnino tutto il processo del seminario e del sacerdozio, poiché aiutano a fortificarlo in modo realistico. In tal senso è salutare la combinazione di tempi di vita in seminario con altri di vita in parrocchia, che permettano di prendere maggior contatto con la realtà concreta delle famiglie. […] La presenza dei laici e delle famiglie, in particolare la presenza femminile, nella formazione sacerdotale, favorisce l’apprezzamento per la varietà e la complementarietà delle diverse vocazioni nella Chiesa” (ivi). Nello stesso tempo occorre realizzare una adeguata “formazione di operatori laici di pastorale familiare con l’aiuto di psicopedagogisti, medici di famiglia, medici di comunità, assistenti sociali, avvocati per i minori e le famiglie, con l’apertura a ricevere gli apporti della psicologia, della sociologia, della sessuologia e anche del counseling” (AL 204).

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