Condiscepoli di Agostino
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La fortuna di avere Gesù come il più grande amico

Nella sua Esortazione Christus vivit papa Francesco affronta il tema dell’amicizia di cui un giovane vive: “L’amicizia è un regalo della vita e un dono di Dio... Gli amici fedeli... sono un riflesso dell’affetto del Signore... Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita” (CV 151). E convalida queste sue affermazioni con la citazione, fra le altre possibili, di un famoso aforisma biblico estratto dal libro del Siracide: “Per un amico fedele non c’è prezzo” (Ivi).

Nella sua Esortazione Christus vivit papa Francesco affronta il tema dell’amicizia di cui un giovane vive: “L’amicizia è un regalo della vita e un dono di Dio... Gli amici fedeli... sono un riflesso dell’affetto del Signore... Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra comodità e dall’isolamento, a condividere la vita” (CV 151). E convalida queste sue affermazioni con la citazione, fra le altre possibili, di un famoso aforisma biblico estratto dal libro del Siracide: “Per un amico fedele non c’è prezzo” (Ivi).
Segue un paragrafo che segnala i tratti più significativi di ogni vera amicizia: “L’amicizia non è una relazione fugace e passeggera, ma stabile, salda, fedele, che matura col passare del tempo. È un rapporto di affetto che ci fa sentire uniti, e nello stesso tempo è un amore generoso che ci porta a cercare il bene dell’amico. Anche se gli amici possono essere molto diversi tra loro, ci sono sempre alcune cose in comune che li portano a sentirsi vicini, c’è una intimità che si condivide con sincerità e fiducia” (CV 152).
Gesù stesso ha sentito il bisogno di amicizia da parte dei suoi discepoli che ha voluto denominare suoi amici, da Lui stesso scelti per essere suoi amici. Anzi, Gesù ha fatto qualche cosa di più singolare. Ha fondato stabilito una “comunità di amicizia” (CV 153) in Lui. Questa comunità di amicizia inizia e si consolida nel dimorare a lungo con Gesù, come i primi discepoli che stettero con Gesù un pomeriggio intero (Cfr Ivi).
Ed ecco lo specifico incontro di amicizia con Gesù. L’iniziativa è interamente sua. E da parte sua è vincolante quanto una alleanza: “L’amicizia con Gesù è indissolubile. Egli non ci abbandona mai, anche se a volte sembra stare in silenzio... Egli non rompe mai un’alleanza” (CV 154).
A questo punto il Papa entra nella logica dell’amicizia con Gesù, il cui filo conduttore è dato dalla preghiera, cioè dalla conversazione confidenziale: “Con l’amico parliamo, condividiamo le cose più segrete. Con Gesù pure conversiamo. La preghiera è una sfida e un’avventura. E che avventura!... La preghiera ci permette di raccontargli tutto ciò che ci accade e di stare fiduciosi tra le sue braccia, e nello stesso tempo ci regala momenti di preziosa intimità e affetto, nei quali Gesù riversa in noi la sua vita” (CV 155). Ma aggiunge un’altra interessante osservazione: “Pregando facciamo il suo gioco, gli facciamo spazio perché Egli possa agire e possa entrare e possa vincere” (Ivi).
Così Gesù non rimane una persona estranea a noi, pur nella sua grandezza. Paolo confida: “Cristo vive in me” (Gal 2,20), ci ricorda il Papa che incalza i giovani per ricaricarli della prospettiva di essere e di vivere in amicizia con Gesù: “Non privare la tua giovinezza di questa amicizia. Potrai sentirlo al tuo fianco non solo quando preghi. Riconoscerai che cammina con te in ogni momento” (CV 156). E citando il famoso testo di Luca in cui narra l’incontro del Risorto con i due discepoli di Emmaus, precisa: “Cerca di scoprirlo e vivrai la bella esperienza di saperti sempre accompagnato” (Ivi).
E per evidenziare l’importanza di essere nel circuito di amicizia con Gesù, papa Francesco cita alcune stupende espressioni di sant’Oscar Romero, vescovo martire di San Salvador: “Il cristianesimo non è un insieme di verità in cui occorre credere, di leggi da osservare, di divieti... Il cristianesimo è una Persona che mi ha amato così tanto da reclamare il mio amore. Il cristianesimo è Cristo” (Ivi). Anzi, con maggior precisione di prospettiva sull’orizzonte di speranza propria dei giovani, Gesù è il “sogno concreto... che scorre nelle vostre vene, fa trasalire il cuore e lo fa sussultare” (CV 157).

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