Condiscepoli di Agostino
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I giovani chiamati alla missione con coraggio

Papa Francesco ha talmente fiducia nei giovani che non esita a riconoscere in loro, giovani di tutto il mondo, la passione e l’innamoramento nei confronti di Cristo: “Innamorati di Cristo” (CV 175). Proprio per questo li indirizza sulla via della testimonianza a Cristo presso i loro coetanei, sull’esempio di tanti che li hanno preceduti: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque con la propria vita” (Ivi)...

Papa Francesco ha talmente fiducia nei giovani che non esita a riconoscere in loro, giovani di tutto il mondo, la passione e l’innamoramento nei confronti di Cristo: “Innamorati di Cristo” (CV 175). Proprio per questo li indirizza sulla via della testimonianza a Cristo presso i loro coetanei, sull’esempio di tanti che li hanno preceduti: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque con la propria vita” (Ivi). In effetti, senza la loro testimonianza, difficilmente il mondo dei giovani viene attratto a Cristo. Per convincere tutti, anche gli adulti, a spostare l’asse dell’evangelizzazione dalla pura proclamazione alla testimonianza che sola dà credibilità all’annuncio, cita un santo cileno, sant’Alberto Hurtado: “Essere apostoli non significa portare un distintivo all’occhiello della giacca; non significa parlare della verità, ma viverla, incarnarsi in essa, trasformarsi in Cristo. Essere apostolo non consiste nel portare una torcia in mano, nel possedere la luce, ma nell’essere la luce. Il Vangelo, più che una lezione è un esempio. Il messaggio trasformato in vita” (Ivi).
Interessante la precisazione seguente fatta da papa Francesco sull’utilità comunque di parlare di Gesù, perché Lui è la più bella notizia da mantenere viva in un mondo dove solo le brutte notizie trovano ascolto: “Il valore della testimonianza non significa che la parola debba essere messa a tacere” (CV 176). E attraverso un interrogativo multiplo cerca di far convinti i giovani a farsi voce del Vangelo: “Perché non parlare di Gesù, perché non raccontare agli altri che Lui ci dà la forza di vivere, che è bello conversare con Lui, che ci fa bene meditare le sue parole?” (Ivi). Ed ecco l’appello esplicito: “Giovani, non lasciate che il mondo vi trascini a condividere solo le cose negative o superficiali. Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato” (Ivi). Non poteva mancare il confronto con un esempio fuori del comune, quello di san Paolo evangelizzatore: “Vi auguro di sentire nel cuore lo stesso impulso irresistibile che muoveva san Paolo quando affermava (nella prima ai Corinti al capitolo 9, ndr): «Guai a me se non annuncio il Vangelo» (Ivi).
Ora, la missione per sua natura, cioè per mandato di Gesù stesso, è universale. E anche i giovani sono chiamati ad essere missionari ovunque si vengano a trovare, specialmente oggi, quando i giovani si disseminano per il mondo intero, per turismo o per lavoro: “Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più ricettivi, più accoglienti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, fino alle periferie esistenziali, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore della sua misericordia e del suo amore” (CV 177). Papa Francesco rinnova la sua fiducia nei giovani capaci di efficacia missionaria ovunque: “Gesù ci invita ad andare senza paura con l’annuncio missionario, dovunque ci troviamo e con chiunque siamo, nel quartiere, nello studio, nello sport, quando usciamo con gli amici, facendo volontariato o al lavoro, è sempre bene e opportuno condividere la gioia del Vangelo. Questo è il modo in cui il Signore si avvicina a tutti. E vuole voi, giovani, come suoi strumenti per irradiare luce e speranza, perché vuole contare sul vostro coraggio, sulla vostra freschezza e sul vostro entusiasmo” (Ivi).
A conclusione di questo capitolo dell’Esortazione apostolica, papa Francesco lancia un ultimo appello ai giovani perché si facciano ora protagonisti dell’evangelizzazione nel dinamismo di una missione né facile né comoda. Eppure, precisa, per essere missionari molti giovani hanno dato la vita, da martiri, conoscendo la legge del chicco di grano e del seme di senape, affidati alla potenza di Dio (Cf CV 178). Bellissimo l’appello conclusivo a non aspettare il domani per essere missionari, poiché “voi siete l’adesso di Dio!... E il modo migliore di preparare un buon futuro è vivere bene il presente con dedizione e generosità” (Ivi).

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