Condiscepoli di Agostino
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Giovani in Cristo l’eternamente giovane

“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo”. Questo è l’avvio dell’Esortazione apostolica del dopo Sinodo sui giovani di papa Francesco, Christus vivit [la citeremo con la sigla CV].

Parole chiave: Esortazione Christus Vivit (20), Giovani (98), Post Sinodo (2)

“Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo”. Questo è l’avvio dell’Esortazione apostolica del dopo Sinodo sui giovani di papa Francesco, Christus vivit [la citeremo con la sigla CV].
Papa Francesco, dopo aver passato in rassegna i personaggi della Bibbia protagonisti giovani di grandi imprese, quali Gedeone e Davide, mette in risalto le pagine del Nuovo Testamento che fanno risaltare il senso e il valore dell’essere giovani, in “Gesù, l’eternamente giovane”, con le caratteristiche proprie della giovinezza: “il vigore interiore, i sogni, l’entusiasmo, la speranza e la generosità”.
Della giovinezza di Gesù l’Esortazione evidenzia l’evento dello smarrimento e del ritrovamento al tempio. Aveva allora 12 anni. E certo erano assai di più dei nostri 12 anni. Dopo aver precisato la sua identità di Figlio di Dio e la sua missione, quella di essere interamente dedito agli interessi del Padre, ritorna a Nazareth, subordinato a Maria e Giuseppe, crescendo “in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”. Proprio fondandosi sui dati del Vangelo, papa Francesco afferma che “nella sua fase giovanile, Gesù si stava ‘formando’, si stava preparando a realizzare il progetto del Padre. La sua adolescenza e la sua giovinezza lo hanno orientato verso quella missione suprema” (CV 27). Il Papa adombra in tal modo il compito specifico di ogni adolescenza e giovinezza: “Questi aspetti della vita di Gesù possono costituire un’ispirazione per ogni giovane che cresce e si prepara a compiere la sua missione. Ciò comporta maturare nel rapporto con il Padre, nella consapevolezza di essere uno dei membri della famiglia e della comunità, e nell’apertura ad essere colmato dallo Spirito e condotto a compiere la missione che Dio affida, la propria vocazione” (CV 30). Su questa traiettoria segnala il compito di ogni pastorale giovanile: “Nulla di tutto questo dovrebbe essere ignorato nella pastorale giovanile, per non creare progetti che isolino i giovani dalla famiglia e dal mondo, o che li trasformino in una minoranza selezionata e preservata da ogni contagio. Abbiamo bisogno, piuttosto, di progetti che li rafforzino, li accompagnino e li proiettino verso l’incontro con gli altri, il servizio generoso e la missione” (Ivi).
Gesù, precisa il Papa, non è il maestro che segnala da lontano la meta ai discepoli. È l’amico e compagno di viaggio, uno di noi: “Egli è stato veramente uno di voi, e in Lui si possono riconoscere molti aspetti tipici dei cuori giovani” (CV 31). Papa Francesco evidenzia quindi alcune caratteristiche del Gesù giovane in cui si ritrova ogni giovane: l’incondizionata fiducia nel Padre, la profonda compassione verso i poveri, la paura della sofferenza. E conclude: “In Gesù tutti i giovani possono ritrovarsi” (Ivi). Anche perché “Egli è la vera giovinezza... Vicino a Lui possiamo bere dalla vera giovinezza” (CV 32). E paragona Gesù alla più grande stella del firmamento dei Grandi. Lui, il Risorto, è la stella polare e la stella radiosa del mattino: “Cristo stesso è per noi la grande luce di speranza e di guida nella nostra notte, perché Egli è ‘la stella radiosa del mattino’” (CV 33).
† Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona

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