Condiscepoli di Agostino
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Giovani e anziani alleati

In una esortazione postsinodale che mette a fuoco come soggetto i giovani non poteva mancare una speciale attenzione al rapporto giovani-anziani. È vero che i giovani, proiettati come sono verso il futuro “talora tendono a dare poca attenzione alla memoria del passato da cui provengono, in particolare dei tanti doni loro trasmessi dai genitori e dai nonni” (CV 187)...

In una esortazione postsinodale che mette a fuoco come soggetto i giovani non poteva mancare una speciale attenzione al rapporto giovani-anziani. È vero che i giovani, proiettati come sono verso il futuro “talora tendono a dare poca attenzione alla memoria del passato da cui provengono, in particolare dei tanti doni loro trasmessi dai genitori e dai nonni” (CV 187). Tuttavia far ricongiungere i giovani con le ricchezze del passato è un atto di amore e di fiducia nei loro confronti. La stessa Parola di Dio mette in risalto l’importanza del contatto tra anziani e giovani (Cfr CV 188). In particolare ammonisce: “Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua madre quando è vecchia” (CV 189). Ciò non significa abdicare al senso critico e accettare passivamente ogni cosa detta o comandata: “Si tratta semplicemente di essere aperti a raccogliere una sapienza che viene comunicata di generazione in generazione, che può convivere con alcune miserie umane, e che non ha motivo di scomparire davanti alle novità del consumo e del mercato” (CV 190).
Dopo queste affermazioni da buon senso, papa Francesco aggiunge ulteriori osservazioni che vanno tenute sott’occhio. Invita a non creare mai rotture e sollecita a tenere vive le relazioni tra generazioni: “L’esistenza delle relazioni intergenerazionali implica che nelle comunità si possieda una memoria collettiva, poiché ogni generazione riprende gli insegnamenti dei predecessori, lasciando così un’eredità ai successori” (CV 191). E conclude con un proverbio di gran buon senso, applicabile a mille situazioni: “Se il giovane sapesse e il vecchio potesse, non vi sarebbe cosa che non si farebbe” (Ivi). Mettiamo insieme giovani e anziani e avremo in mano delle sorprese: “Se i giovani e gli anziani si aprono allo Spirito Santo, insieme producono una combinazione meravigliosa. Gli anziani sognano e i giovani hanno visioni” (CV 192). Ecco la nuova prospettiva: “Gli anziani hanno sogni intessuti di ricordi, delle immagini di tante cose vissute, segnati dall’esperienza e dagli anni. Se i giovani si radicano nei sogni degli anziani riescono a vedere il futuro, possono avere visioni che aprono loro l’orizzonte” (CV 193). E precisa ulteriormente: “Ogni essere umano, prima ancora di nascere, ha ricevuto dai suoi nonni, come regalo, la benedizione di un sogno pieno d’amore e di speranza: quello di una vita migliore... Il sogno primordiale, il sogno creatore di Dio nostro Padre, precede e accompagna la vita di tutti i suoi figli” (CV 194).
Per queste ragioni il Papa invita i giovani ad ascoltare le narrazioni sapienziali degli anziani: “Gli anziani facciano lunghe narrazioni... molte volte piene di preziosa esperienza, di simboli eloquenti, di messaggi nascosti” (CV 195); ma il Papa è poi costretto a precisare che la narrazione e l’ascolto dei racconti degli anziani non entrano nella logica dei social, che amano più i tweet che gli approfondimenti tematici: “Queste narrazioni richiedono tempo, e che ci disponiamo gratuitamente ad ascoltare e interpretare con pazienza, perché non entrano in un messaggio delle reti sociali” (Ivi). Bella la sua richiesta agli anziani espressa in una intervista: “Agli anziani... chiedo che siano custodi della memoria... Come il coro permanente di un importante santuario spirituale” (CV 196). Il compito degli anziani nei confronti dei giovani “che vivono la loro miscela di ambizioni eroiche e di insicurezze” (CV 197) è comunque quello di “ricordare che una vita senza amore è una vita sterile” (Ivi).

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