Condiscepoli di Agostino
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Alla scoperta della Misericordia nei Salmi

Dopo aver tentato di evidenziare i tratti che caratterizzano l’Anno Giubilare della Misericordia, può essere utile far risuonare la sinfonia della Misericordia quale emerge dalla Parola di Dio.

Dopo aver tentato di evidenziare i tratti che caratterizzano l’Anno Giubilare della Misericordia, può essere utile far risuonare la sinfonia della Misericordia quale emerge dalla Parola di Dio. A cominciare dai Salmi che narrano, nelle sue infinite sfumature, l’epopea della Misericordia di Dio. Passiamo in rassegna i Salmi che hanno al centro del loro messaggio appunto la Misericordia, attorno alla quale si costruisce il Salmo stesso. Precisiamo che il termine Misericordia evoca le viscere materne. Ciò significa che quando il salmista ricorre a questo termine (in ebraico rahamìm), considera Dio talmente interessato all’uomo che lo supplica da essere per lui una mamma, che si prodiga per un figlio delle sue viscere e lo ama fino a donare la sua vita. Va da sé che seguiamo la traduzione Cei 2008.
Fatta questa premessa, iniziamo il nostro itinerario di scoperta del senso della Misericordia nei Salmi con il Salmo 6, il primo che vi fa esplicito riferimento. Focalizziamolo sull’espressione “salvami per la tua misericordia” (v. 5b). Perché il salmista si appella alla Misericordia di Dio? Perché si trova in una condizione insopportabile di vita, da cui chiede di essere salvato. Ed è consapevole che solo un intervento di Dio, segnato dalla assoluta gratuità propria della Misericordia, è in grado di liberarlo. Nella malattia, che lo ha sfinito, chiede pietà a Dio. Tutto un tremore qual è, gli chiede di non essere oggetto della sua ira, ma di esprimere la sua benevolenza con la guarigione. Ed è impaziente di essere esaudito. Ma sente Dio ancora lontano da lui. Si sta consumando nel dolore e nel pianto. Notte e giorno. Finalmente percepisce che Dio gli si sta avvicinando. E allora scaccia da sé tutti coloro che volevano il suo male e se ne deridevano. Ravviva la coscienza che Dio si prende cura di lui. La sua Misericordia ha ascoltato la sua supplica. Ora può vivere nella pace, liberato dalla malattia e dai nemici che gli vogliono male.
Nella concatenazione dei Salmi della Misericordia incontriamo poi il Salmo 17. Rileggiamo il Salmo attraverso l’espressione “mostrami i prodigi della tua Misericordia” (v. 7), cioè del tuo amore misericordioso. Il salmista, perseguitato ingiustamente, presenta la sua causa a Dio con una supplica dalle labbra sincere. E attende con fiducia il giusto giudizio di Dio che scruta l’intimo del cuore dell’uomo e ne mette alla prova la verità come in un crogiuolo. Consapevole di essere ascoltato da Dio, lo invoca con perseveranza, nella certezza di essere finalmente liberato dai malvagi che ordiscono il suo male. In effetti, i nemici del salmista sono insensibili e arroganti, simili a un leone lo vogliono eliminare come una preda. Ma il salmista non viene mai meno nella fiducia in Dio, chiedendogli di affrontare e abbattere il nemico, il malvagio. E, soprattutto, gli chiede di custodirlo “come la pupilla dell’occhio”, di prendersi cura premurosa di lui. Ecco i prodigi dell’amore misericordioso di Dio! Ciò vale per chiunque si sente oppresso da situazioni che lo avversano.

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