Editoriale
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Una morte che scuote le coscienze

È una di quelle notizie che hanno il potere di far venire il magone alla gola. Una bambina, senza nome, nata da poche ore e abbandonata ­– secondo alcune indiscrezioni non confermate, addirittura gettata dalla finestra ­– dentro una busta di plastica come quelle del supermercato. Il corpicino, bianco per il freddo di questa stagione ancora cruda, con il cordone ombelicale ancora attaccato. La scoprono i cani...

Parole chiave: Neonati (2), Vita (32), Editoriale (410), Stefano Origano (141)

È una di quelle notizie che hanno il potere di far venire il magone alla gola. Una bambina, senza nome, nata da poche ore e abbandonata ­– secondo alcune indiscrezioni non confermate, addirittura gettata dalla finestra ­– dentro una busta di plastica come quelle del supermercato. Il corpicino, bianco per il freddo di questa stagione ancora cruda, con il cordone ombelicale ancora attaccato. La scoprono i cani.
Sulla vicenda è mantenuto il riserbo, ma sembra che la madre sia una ragazza di 16 anni e che il parto sia avvento in casa, all’insaputa di tutti. Un dramma nel dramma. Il suo cuore ha smesso di battere mentre nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale materno-infantile triestino Burlo Garofolo si è tentato di tutto per rianimarla. Non ce l’ha fatta, come non ce la facciamo noi a spiegarci come possa avvenire un fatto del genere nel 2017. Quella creatura non ha fatto in tempo ad assaporare il latte e il tenero abbraccio della mamma, quella madre disperata non ha fatto in tempo a donargli il suo calore.
Ora si faranno gli accertamenti, l’autopsia, si cercherà di ricostruire i fatti e di appurare le responsabilità. Intanto una vita se n’è andata nel peggiore dei modi e un’altra è compromessa. Nessuno si è accorto di qusta tragedia annunciata. Quindi nessuno ha fatto niente per evitarla. Nessuno si sentirà responsabile. Sul certificato di morte non c’è ancora un nome, ma solo un freddo numero: 19.58, quello dell’ora del decesso. Un orario, come quello di un treno che sventuratamente tutti abbiamo perso e che fatalmente perdiamo infinite volte ogni giorno.
Le prime pagine registrano il fatto e, steso un velo pietoso, si concentrano sul nuovo presidente francese, su altri sacchetti pieni di immondizia accumulati nelle vie della capitale, che bruciano impestando l’aria e il suolo o si dedicano ad una più “interessante” partita di Champions.
Cara sorellina, sei stata trattata come spazzatura, nessuno ha sentito il tuo pianto né quello di migliaia di altre creature che come te pagano per i peccati che noi tutti non vogliamo riconoscere. Prega per noi che riusciamo solo a balbettare di fronte ai drammi dei poveri, mentre umanamente regrediamo e disimpariamo a vivere insieme. E, se puoi, dal cielo abbi per noi quella pietà che noi in terra non abbiamo avuto per te.

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