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Un’Europa unita deve riscoprire la fraternità

Se la Grecia è madre dell’Europa, la figlia non rischia solo di rimanere orfana. Rischia ben di più. Nel 2004 a Monaco un insolito confronto fra il filosofo Habermas e il teologo Ratzinger pose a tema la domanda: che cosa tiene insieme una comunità composta da una pluralità di culture, tradizioni, religioni, lingue diverse? Se uno dei compiti di questo giornale è suscitare domande e “dar da pensare”, a più di dieci anni di distanza la questione rimane pertinente e di grande attualità: che cosa tiene insieme l’Unione Europea? A parte le liti e gli accordi ambigui per non dire indecenti sull’immigrazione, la vicenda del rapporto tra Grecia e Unione Europea è emblematica nel disegnare lo stato delle relazioni del vecchio continente...

Parole chiave: Gregia (1), Beghini don Renzo (1), Editoriale (402)

Se la Grecia è madre dell’Europa, la figlia non rischia solo di rimanere orfana. Rischia ben di più. Nel 2004 a Monaco un insolito confronto fra il filosofo Habermas e il teologo Ratzinger pose a tema la domanda: che cosa tiene insieme una comunità composta da una pluralità di culture, tradizioni, religioni, lingue diverse? Se uno dei compiti di questo giornale è suscitare domande e “dar da pensare”, a più di dieci anni di distanza la questione rimane pertinente e di grande attualità: che cosa tiene insieme l’Unione Europea? A parte le liti e gli accordi ambigui per non dire indecenti sull’immigrazione, la vicenda del rapporto tra Grecia e Unione Europea è emblematica nel disegnare lo stato delle relazioni del vecchio continente.
Da una parte abbiamo un “memorandum”, un accordo proposto dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale, definito da Tsipras «un ricatto per farci accettare severe e umilianti misure di austerità senza fine». Il tutto dopo tre anni di “salvataggi”, l’insolvenza del debito con l’Fmi, la Bce e diverse banche europee. Che cosa tiene ancora unita la Grecia all’UE? Il debito sovrano? Attenzione perché da più parti si solleva il sospetto che il “sistema del debito” non sia solo un meccanismo economico bensì un dispositivo politico. La relazione creditore/debitore sembra diventare l’unica cifra dello scambio sociale. Che cosa tiene legata la Grecia all’UE? Ad una domanda etico-politica corrisponde una risposta finanziaria. Ancora una volta la finanza è forte perché la politica è debole.
Dall’altra è interessante la mossa greca ed in particolare la decisione di usare lo strumento del referendum da parte di Tsipras convinto di ridare libertà e dignità al popolo greco: ritorniamo dal popolo; deve scegliere il popolo; viva la democrazia. C’è una decisione da prendere che comunque vada, si preannuncia lacrime e sangue, e si rimette la scelta al popolo sovrano. Se un insegnante dovesse fare un referendum chiedendo agli studenti se fare o meno lezione... Ma l’insegnante sarà giudicato e deve rispondere della sua preparazione e capacità didattica più che chiedere il permesso agli studenti se può insegnare o meno.
La debolezza della politica è evidente in rapporto all’economia; ma essa è ben più profonda quando tocca il tema decisivo della rappresentanza. La responsabilità come ogni forma di relazione veramente umana, è mediata dall’agire. Chiedere a coloro che mi hanno affidato l’incarico di decidere, di prendere decisioni al mio posto è una mistificazione condita con demagogia e populismo. E si conferma la debolezza della politica.
Che cosa tiene unita una comunità di popoli e nazioni come l’Europa? La Laudato sì, di papa Francesco direbbe: il prendersi cura reciprocamente. I rapporti fra comunità plurali sono sempre asimmetrici. È una sproporzione di attese e desideri, ma anche di doni e bisogni, necessità e opportunità. Non è mai uno scambio tra equivalenti, un gioco a somma zero come in economia, dove il fine è il pareggio di bilancio. Ci vuole qualcuno che si assuma la responsabilità di promuovere la fraternità come categoria politica. La possibile uscita della Grecia dall’euro ha cause finanziarie ma la portata della frattura avrà di certo conseguenze politiche e culturali … inesplorate.

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