Editoriale
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Transizioni epocali

Uno dei movimenti crescenti, e non a caso vede come protagonisti tanti giovani, ruota attorno alla tecnologia verde che sta attirando sempre maggiori capitali da parte di investitori che magari non condividono ancora gli ideali etici che stanno alla base, ma intuiscono buone possibilità di guadagni...

Uno dei movimenti crescenti, e non a caso vede come protagonisti tanti giovani, ruota attorno alla tecnologia verde che sta attirando sempre maggiori capitali da parte di investitori che magari non condividono ancora gli ideali etici che stanno alla base, ma intuiscono buone possibilità di guadagni.
Investire in questo settore richiede competenze nuove, anche sofisticate, e contiene una dose alta di rischio. È fondamentale individuare i filoni giusti e allora la tecnologia verde può rivelarsi una miniera d’oro; ma ci si può anche imbattere nel grisù e allora diventa una tragedia… Si tratta, come sempre, di anticipare il futuro, ma anche di saperlo indirizzare. Non è sufficiente inseguire in modo generico o aprioristico la semplice convinzione che “il futuro è nelle energie rinnovabili”. Certamente quella è la direzione generale, ma intanto non si può abbandonare immediatamente e completamente la fonte “carbonica”.
Sostituire le fonti energetiche comporta vincere le resistenze di gruppi di potere anche transnazionali non disponibili ad abdicare in favore di nuovi pretendenti alla spartizione della torta della ricchezza.
Guardare al futuro oggi significa perciò considerare come preminente il valore umano rispetto alla esclusiva ricerca del profitto; inoltre non avrebbe senso il cambiamento se si riducesse ad un avvicendamento di chi assume il comando di un sistema che va sempre nella stessa direzione.
Infine la transizione non può essere dettata dalla paura della catastrofe, perché questa genera ansia che è un terreno dove germoglia facilmente la manipolazione e l’individualismo. Cambiare per cambiare non porta vantaggi significativi e allora bisogna attingere la speranza da un’altra parte e i cristiani a questo riguardo qualcosa da offrire ce l’hanno.
Se la molla che fa scattare il processo di transizione ecologica può essere il timore del mondo che crolla, poi occorre qualcosa di più, motivazioni più profonde e visioni non generiche o illusorie.
Un’industria più verde è legata ad un’economia più verde e questa a una società più verde… Si raggiungerà lo scopo se non verranno abbandonati a se stessi coloro che in questo processo diventeranno più vulnerabili. Servirà molto dialogo e nuove visioni di politica, di imprenditoria e amministrazione e l’adozione di nuovi stili di vita. Le sfide sono solo all’inizio.

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