Editoriale
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Se il vincitore scende dal carro

In un’epoca in cui moltissimi sono pronti a salire sul carro del vincitore, cosa succede se il vincitore scende da quel carro? Dopo 25 anni in pista sulle monoposto, fino ai bolidi da oltre 300 all’ora di Formula 1, Nico Rosberg, 31enne tedesco figlio d’arte, ha detto basta, proprio pochi giorni dopo aver conquistato il campionato mondiale...

Parole chiave: Formula 1 (2), Editoriale (403), Alberto Margoni (64)

In un’epoca in cui moltissimi sono pronti a salire sul carro del vincitore, cosa succede se il vincitore scende da quel carro? Dopo 25 anni in pista sulle monoposto, fino ai bolidi da oltre 300 all’ora di Formula 1, Nico Rosberg, 31enne tedesco figlio d’arte, ha detto basta, proprio pochi giorni dopo aver conquistato il campionato mondiale. «Troppo stress – ha dichiarato annunciando la sua clamorosa e inattesa decisione –. Il mio sogno era diventare campione del mondo. Ho lavorato duro, ho affrontato sacrifici per questo obiettivo e ora l’ho raggiunto. Ritengo che questo sia il momento giusto. I sacrifici che ho fatto hanno avuto un impatto sulla famiglia. Ora mia moglie avrà un marito». E Nico potrà dedicarsi anche alla figlia Alaïa, come forse non ha mai potuto fare prima. Parrà strano, ma uno a cui il coraggio certamente non è mai mancato, l’azione più coraggiosa l’ha compiuta scendendo dall’auto, da campione. Rinunciando, tanto per essere chiari, a contratti annuali a sette se non a otto cifre. Chapeau.
Viene da pensare a quanti, dopo aver raggiunto il successo nello sport, non hanno saputo dire basta ma hanno continuato, talvolta fino a rendersi patetici se non ridicoli, pur di strappare ancora qualche anno di contratto nelle serie minori o in Paesi stranieri desiderosi del campione in grado di dare lustro al proprio campionato. Ma questo accade non solo nelle discipline agonistiche. Anche nello spettacolo, nelle professioni, nella politica e nella vita di tutti i giorni c’è chi non si accontenta del successo, ma nonostante l’età avanzata ne vuole ancora, sempre di più (ovviamente ben retribuito) e non cede mai il posto alle giovani leve. Per non dire di chi il successo non l’ha raggiunto, ma non molla, ritenendosi non solo utile, bensì indispensabile. Come se tutto dipendesse da lui.
Nico dopo una stagione «dannatamente dura», segnata dal duello col compagno della Mercedes, Lewis Hamilton, risolto solo all’ultimo giro dell’ultimo Gran Premio, ha deciso che è giunto il tempo di dedicarsi pienamente alla famiglia, trascurata nell’ultimo anno per raggiungere l’agognato obiettivo. Riguardo alla moglie Vivian che ha assecondato le sue ambizioni, ha scritto di non riuscire a trovare parole sufficienti per ringraziarla. Ad ulteriore riconferma che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna.
Non resta che augurare tanta felicità alla famiglia Rosberg, che non pensiamo soffrirà la fame per l’improvviso abbandono delle piste del giovane Nico. E speriamo che non ci ripensi.

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