Editoriale
stampa

La mitezza antidoto alla violenza

“Lo sguardo tuo sereno e mite incanta la mia anima”. Sono le parole di Silvano del Monte Athos (1866-1938), che dicono il suo cammino di fede e spiegano la sua via, basata proprio sulla mitezza, ovvero sulla forza di non lasciarsi contagiare dal male...

Parole chiave: Editoriale (438)
La mitezza antidoto alla violenza

“Lo sguardo tuo sereno e mite incanta la mia anima”. Sono le parole di Silvano del Monte Athos (1866-1938), che dicono il suo cammino di fede e spiegano la sua via, basata proprio sulla mitezza, ovvero sulla forza di non lasciarsi contagiare dal male.
La biografia di Silvano evoca molto sul tema. Nato nel 1866 nella Russia europea, il suo vero nome era Simeone Ivanovi Antonov; non ebbe la possibilità di studiare e, dopo aver lavorato come contadino nelle vaste campagne della provincia di Lipeck, a 26 anni raggiunse il monastero ortodosso di Agiou Penteleimonos sul Monte Athos in Grecia. Pure qui si occupò di lavori di campagna e nel 1886 ricevette i voti monastici: prese il nome di Silouan (Silvano). Il suo grande impegno ascetico fu soprattutto rivolto a estirpare l’orgoglio – che sentiva come il suo peccato più grande – e a seguire la via dell’umiltà. 
Non ha scritto molto, ma alcuni suoi appunti – a volte lasciati su qualche catalogo di fiori quando era economo alle costruzioni del monastero – furono raccolti da Sofronio. Ne emerge la visione di un Cristo mite e di un Padre che ama tutti i suoi figli. Per questo, arriva a dire Silvano, il cristiano deve amare anche i nemici, anzi “chi non ama i nemici non può conoscere Dio”.
La via della pace, secondo il monaco riconosciuto starec (parola che indica una persona sapiente e illuminata) passa proprio dalla mitezza. Arriva a compatire chi odia il nemico, perché avrà una vita piena di tormenti, che nemmeno tutte le preghiere e i digiuni possibili potranno quietare. Per lui, che ha visto la Prima Guerra mondiale e la Rivoluzione russa, la chiave di volta per la storia del genere umano è la mitezza.
[...] Di questa via sono testimoni molti altri cristiani nella storia, in altri momenti di  tensione: san Francesco d’Assisi, che arriva a incontrare il sultano d’Egitto Malek al-Kamel durante la quinta Crociata; Charles de Foucauld (1858-1916) nel pieno del colonialismo fu definito in Africa il fratello universale perché desiderava condividere “fino all’ultimo boccone di pane con ogni povero, ogni ospite, ogni sconosciuto che si presenti”; frere Roger Schutz (1915-2005) nel periodo dei nazionalismi e delle persecuzioni ebraiche, fece di Taizè un luogo di dialogo e di pace. 
Sono solo tre di una grande schiera, che in questo tempo ha bisogno di nuove persone, perché il mondo possa ritrovare davvero la pace.

Tutti i diritti riservati
La mitezza antidoto alla violenza
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento