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La buona scuola i buoni maestri le buone prassi

Non capita tutti i giorni che il nome del vincitore di uno dei millanta premi istituiti nel mondo venga annunciato dal Papa in un videomessaggio. Eppure è stato proprio Francesco a congratularsi con Hanan Al Hroub, vincitrice del Global Teacher Prize 2016...

Parole chiave: Videomessaggio (1), Editoriale (403), Alberto Margoni (64), Papa (158)

Non capita tutti i giorni che il nome del vincitore di uno dei millanta premi istituiti nel mondo venga annunciato dal Papa in un videomessaggio. Eppure è stato proprio Francesco a congratularsi con Hanan Al Hroub, vincitrice del Global Teacher Prize 2016, una sorta di premio Nobel della scuola assegnato dalla Varkey Foundation a questa 43enne maestra palestinese la quale ha ideato un metodo di apprendimento basato sul gioco e sul rifiuto della violenza nell’educazione. Cresciuta nel campo profughi di Dheisheh, vicino a Betlemme, Hanan ha studiato alla Girls College School ma la rivolta palestinese, nota come “prima Intifada”, le ha impedito di svolgere studi regolari. Comunque è arrivata a diplomarsi all’Università Al Quds. Partendo dall’esperienza dei propri figli, costretti a vivere, a studiare e a muoversi in un contesto ambientale dove la violenza è pane quotidiano, la miglior insegnante del mondo, scelta tra dieci finalisti ed oltre 8mila partecipanti di 148 Paesi, ha adottato un sistema di insegnamento che coniuga apprendimento e gioco, lasciando spazio al dialogo, allo spirito di squadra, all’accettazione dell’altro. In questo modo l’impulso a prevaricare, alimentato viepiù dalla situazione quotidiana, si attenua, favorendo sia la maturazione di personalità equilibrate, sia risultati migliori nello studio.
La notizia porta a pensare ai numerosi insegnanti che in Italia e nel mondo vivono il proprio lavoro come un’autentica vocazione. Questo li rende capaci, anche in ambienti difficili, di dare il meglio e di affrontare senza timori la sfida decisiva dell’educazione, dalla quale dipende il futuro della società. Esso infatti si gioca non solo sul piano economico (oggi così pervasivo) e delle pur necessarie conoscenze culturali e competenze professionali, ma ancor prima su quello dei valori, degli ideali, della libertà, del rapporto con se stessi, con gli altri e con Dio, del valore assoluto della persona, del rispetto di ogni vita umana, della legalità... Insomma di tutte le dimensioni dell’umano che danno consistenza all’esistenza dei singoli e all’intera società.
La maestra Hanan riceverà in premio un milione di dollari, in dieci rate, purché nei prossimi cinque anni continui ad insegnare, come sta facendo a Ramallah. E anche nel nostro Paese, su iniziativa del ministero, cinque insegnanti segnalati da colleghi, famiglie e studenti riceveranno un riconoscimento. Una valida idea, tanto più se si considera che i soldi serviranno per realizzare progetti scolastici.

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