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L'Italia brucia ma non è colpa del sole

Puntuale, con l’arrivo dell’estate e del gran caldo, l’Italia brucia. Ma non si tratta di fenomeni di autocombustione...

Parole chiave: Margoni Alberto (1), Roghi (1), Incendi boschivi (1), Fondo (5)

Puntuale, con l’arrivo dell’estate e del gran caldo, l’Italia brucia. Ma non si tratta di fenomeni di autocombustione, piuttosto improbabili alle nostre latitudini, nonostante le precipitazioni diminuite del 50% rispetto alla media e le temperature massime cresciute a giugno di 3,2 gradi. Queste condizioni caso mai aggravano, accentuandola, l’azione dei piromani che andrebbero considerati quali autori di crimini ambientali e adeguatamente puniti. Invece spesso riescono non solo a farla franca, ma anche a trarre guadagno dalle proprie azioni criminose, per tornare puntualmente a colpire l’anno seguente, magari in altre zone. L’elevarsi al cielo di fiamme e nuvole di fumo da punti diversi del medesimo territorio è il chiaro segnale che non si tratta di un mozzicone di sigaretta incautamente gettato dal finestrino dell’auto o di un fuoco acceso per bruciare sterpaglie sfuggito al controllo, ma di una vera e propria azione dolosa. Spesso dietro un incendio boschivo si celano interessi personali e soprattutto quelli delle mafie che da anni hanno ampliato il proprio criminoso raggio d’azione sul nostro principale bene comune: l’ambiente in cui viviamo.

In Sicilia, in particolare nel Messinese, si sono viste immagini da inferno dantesco, ma il fuoco ha interessato gran parte del Meridione: dal Vesuvio al Vibonese, dal Cilento al Molise. In un solo giorno si sono contate 44 richieste di intervento da parte degli aerei dello Stato. E questo perché ben sette regioni (Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria) non dispongono neppure di un elicottero adibito con strumentazioni antincendio in grado di supportare l’intervento da terra dei Vigili del Fuoco. E così devono intervenire i Canadair – 16 quelli a disposizione nel nostro Paese, ai quali si aggiungono 4 elicotteri SS64 Eriksson – per cercare di tamponare la situazione. Al danno provocato dalle azioni criminose si aggiunge quindi in molti casi una carenza di mezzi di intervento immediato. E se si pensa che al prezzo di un solo F35 si potrebbero acquistare ben sette Canadair…

Nella speranza di non dover contare vittime, all’enorme disagio per le popolazioni, alle perdite economiche e strutturali e al danno di immagine per le zone turistiche, si aggiunge il disastro ambientale che si quantifica in migliaia di ettari boschivi e coltivati inutilizzabili per anni, nella perdita di varietà vegetali e animali. Polmoni verdi e macchia mediterranea ridotti per interessi criminali a tizzoni anneriti.

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