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I giovani sono il futuro della Chiesa

Ha avuto inizio lunedì scorso, ed è continuata fino a sabato, a Roma, la “riunione pre-sinodale” in vista della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Il tema è “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, ed è prevista per il prossimo ottobre...

Parole chiave: Futuro (9), Editoriale (410), Giovani (99), Chiesa (186)

Ha avuto inizio lunedì scorso, ed è continuata fino a sabato, a Roma, la “riunione pre-sinodale” in vista della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Il tema è “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, ed è prevista per il prossimo ottobre. Il programma è cominciato con un incontro di oltre 300 ragazzi provenienti da tutto il mondo con il Papa. Non tutti cattolici e cristiani, nemmeno tutti credenti, ma tutti animati dal desiderio di dare il meglio di sé. Nel suo discorso paterno e schietto il Papa ha consegnato ai giovani un compito decisamente speciale: quello di diventare protagonisti del proprio futuro e di rinnovare la Chiesa. «Il Signore fa andare avanti la storia con i giovani – li ha rincuorati – perché hanno coraggio e dicono la verità (anche se in modo non convenzionale). Non sono santi, ma sentono il desiderio di fare qualcosa di buono».
Ha confidato loro che spesso si parla di gioventù ma i giovani si ascoltano poco. Si fanno grandi analisi sociologiche e complicati calcoli statistici su di loro, ma non si ha il coraggio di guardarli in volto. Ascoltarli significa comprendere il loro linguaggio che viene paragonato ad uno “schiaffo” perché è diretto e provocatorio. E qui arriva la critica puntuale e lucidissima al sistema che mostra la sua contraddizione più evidente quando idolatra la giovinezza cercando di renderla eterna mentre esclude chi la possiede naturalmente. Tante persone fanno di tutto per apparire sempre giovani, si truccano, si modificano chirurgicamente, si travestono, ma negano ai ragazzi di vivere la propria giovinezza. Una giovinezza negata e rubata a chi ce l’ha per esibirla da parte di chi la può solo rimpiangere o rincorrere. È così che tanti giovani finiscono emarginati dalla vita sociale e dal lavoro. Ecco perché è importante l’operazione di papa Francesco: creare uno spazio di ascolto per capire quello che Dio sta dicendo per mezzo di loro: «Se mancate voi, ci manca una parte dell’accesso a Dio».
Attraverso il sinodo dei giovani arriva un appello anche alla Chiesa perché sia loro vicina e li sostenga nelle scelte. Per questo servono nuove modalità di presenza e di accompagnamento, nuove proposte di cammini da percorrere insieme con audacia e fiducia.
Il percorso sinodale, che considera i giovani di tutto il mondo, intende riproporre loro l’entusiasmo della fede e la giovinezza dello Spirito con il gusto della ricerca, il coraggio di risollevarsi dopo i fallimenti senza spaventarsi difronte alle sfide del tempo presente.
Solo i giovani possono spingere la società fuori dalle sicurezze anestetizzanti del “si è sempre fatto così”. E saranno loro a scoprire e scegliere l’autentica fedeltà alla storia, quella capace di proiettarli nel futuro e non quella arroccata sulle sicurezze delle posizioni di rendita che hanno il fiato corto perché non sanno guardare oltre l’immediato. «I veri passi in avanti – ha concluso il Papa – si fanno guardando le radici, ma non tornando alle radici perché ciò significa finire sotto terra». Un appello, questo, a intendere bene la custodia delle tradizioni perché le radici sono importanti, ma non si torna indietro mai. Qui rintracciamo l’idea di un patto intergenerazionale che vede i vecchi saggi vicini ai giovani – coloro, tra l’altro, che dopo aver messo in piedi questo mondo, sono scartati e ritenuti non più necessari –. La porta è aperta: «Parlate senza vergogna, il vostro contributo sarà preso sul serio», e noi ci auguriamo non solo da papa Francesco.

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