Condiscepoli di Agostino
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I giovani sono l'adesso di Dio

Nell’Esortazione apostolica Christus vivit papa Francesco mostra tutto il suo amore entusiastico per i giovani. E per questo non esita anche a metterli in guardia dai pericoli che minacciano il senso stesso del loro vivere in pienezza la loro stagione di giovani.

Parole chiave: Christus vivit (10), Papa Francesco (112), Esortazione (27)

Nell’Esortazione apostolica Christus vivit papa Francesco mostra tutto il suo amore entusiastico per i giovani. E per questo non esita anche a metterli in guardia dai pericoli che minacciano il senso stesso del loro vivere in pienezza la loro stagione di giovani.
Anzitutto il Papa esorta il mondo degli adulti a non considerare il mondo dei giovani come un cumulo di disastri e di difetti, che acuirebbe la reciproca distanza (cfr CV 66). Chiunque ha la vocazione “ad essere padre, pastore e guida dei giovani” deve essere sensibile nei loro confronti per individuare le possibili risorse, con “la capacità di individuare percorsi dove altri vedono solo muri, saper riconoscere possibilità dove altri vedono solo pericoli” (CV 67). E precisa molto opportunamente: “Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere considerato ‘terra sacra’, portatore di semi di vita divina e davanti al quale dobbiamo ‘toglierci i sandali’ per poterci avvicinare e approfondire il Mistero” (ivi). Tra i giovani esiste evidentemente “una pluralità di mondi giovanili” (CV 68). Il Papa fa notare le differenze tra i giovani. Molti Paesi emergenti ad esempio hanno un forte tasso di incremento dei giovani, mentre altri soffrono pesantemente per la denatalità. Come pure vanno distinti “quei giovani che hanno accesso ad una quantità crescente di opportunità offerte dalla globalizzazione, da quanti invece vivono ai margini della società o nel mondo rurale e patiscono gli effetti di forme di esclusione e scarto” (CV 69).
Giustamente papa Francesco, che si caratterizza per il senso del concreto rispetto al senso dell’astratto, precisa che “la gioventù non esiste, esistono i giovani con le loro vite concrete” (CV 71). Ma focalizza subito i rischi a cui sono esposti: “Nel mondo di oggi, pieno di progressi, tante di queste vite sono esposte alla sofferenza e alla manipolazione” (ivi). E fa un elenco dei drammi vissuti dai giovani: “Molti giovani vivono in contesti di guerra e subiscono la violenza in una innumerevole varietà di forme: rapimenti, estorsioni, criminalità organizzata, tratta di esseri umani, schiavitù e sfruttamento sessuale, stupri di guerra, ecc. Altri giovani […] che, per costrizione o mancanza di alternative, vivono perpetrando crimini e violenze: bambini soldato, bande armate e criminali, traffico di droga, terrorismo, ecc. Questa violenza spezza molte giovani vite. Abusi e dipendenze, così come violenza e devianza sono tra le ragioni che portano i giovani in carcere” (CV 72).
Anche nei due seguenti paragrafi il Papa mette in evidenza situazioni allucinanti in cui sono costretti a vivere troppi giovani: “Molti giovani sono ideologizzati, strumentalizzati e usati come carne da macello o come forza d’urto per distruggere, intimidire o ridicolizzare altri. E la cosa peggiore è che molti si trasformano in soggetti individualisti, nemici e diffidenti verso tutti, e diventano così facile preda di proposte disumanizzanti e dei piani distruttivi elaborati da gruppi politici o poteri economici” (CV 73). Segue un’ulteriore disamina di situazioni catastrofiche: “Ancora più numerosi nel mondo sono i giovani che patiscono forme di emarginazione ed esclusione sociale, per ragioni religiose, etniche o economiche. Ricordiamo la difficile situazione di adolescenti e giovani che restano incinte e la piaga dell’aborto, così come la diffusione dell’HIV, le diverse forme di dipendenza (droghe, azzardo, pornografia, ecc.) e la situazione di bambini e ragazzi di strada, che mancano di casa, famiglia e risorse economiche” (CV 74).
† Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona

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