Commento al Salmo 86

Sintesi del Salmo 86: siamo cittadini della Città di cui Cristo è re, perché se ne è fatto via; Cristo è il Santo dei santi, il Pastore dei pastori, il Fondamento dei fondamenti; il Cristo totale è capo e corpo.
Nella Città santa non ci sarà bisogno delle opere di carità; lì Dio sarà il nostro cibo: “In questo Salmo viene cantata e raccomandata una Città, di cui noi siamo i cittadini, in quanto siamo cristiani; da cui siamo peregrini, finché siamo mortali. Ad essa tendiamo; non veniva però da noi trovata attraverso la sua via che era interclusa quasi del tutto da roveti e cespugli. Ma il re della stessa Città si è fatto via, per darci la possibilità di giungere alla Città. Camminiamo, dunque, in Cristo, benché ancora peregrinando, finché perveniamo e sospirando con il desiderio di una certa quiete che abita in quella Città. Camminando dunque, cantiamo in modo da desiderare. Infatti, chi desidera, anche se tace la lingua, canta il cuore. Se pensi i sacramenti, Cristo è il Santo dei santi; se pensi il gregge a Lui sottomesso, Cristo è il Pastore dei pastori; se pensi un edificio, Cristo è il Fondamento dei fondamenti. Noi andiamo dove Cristo ci ha preceduti: ci ha preceduti Cristo nel capo, segue nel corpo. In questa Città c’è come l’abitazione di tutti coloro che sono nella gioia. In questa vita da esilio siamo schiacciati; la nostra abitazione sarà solo gioia. Avrà fine la fatica e il gemito; passano le preghiere, vi succedono le lodi. Lì, pertanto, ci sarà l’abitazione di quanti sono nella gioia, non ci sarà il gemito di chi desidera, ma la letizia di chi ne fruisce. Sarà presente Colui al quale ora sospiriamo: ‘Saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è’ (1 Gv 3,2); lì tutta la nostra attività non sarà se non lodare Dio e fruire di Dio. E che cos’altro cercheremo dove è sufficiente Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose? Saremo abitati e abiteremo; a Lui saranno sottomesse tutte le cose, perché Dio sia il Tutto in tutti (Cfr. 1 Cor 15,28). Pertanto, ‘Beati coloro che abitano nella tua casa: ti loderanno nei secoli dei secoli’. Donde beati? Possedendo oro, possedendo argento, una numerosa famiglia, una ampia prole? Beati per quest’unica attività. Questo soltanto, fratelli, desideriamo, quando giungeremo là, ci prepariamo a godere nei riguardi di Dio, a lodare Dio. Le opere buone che ora ci conducono perfettamente là, là non ci saranno. L’abbiamo detto anche ieri, per quanto ne siamo stati capaci; là non ci saranno le opere della misericordia, dove non c’è nessuna miseria; non troverai il povero; non troverai il nudo; nessun assetato ti verrà incontro; non ci sarà nessun peregrino, nessun ammalato da visitare, nessun morto da seppellire, nessun litigante da ricondurre alla pace. Che cosa farai? O forse a causa delle necessità del nostro corpo pianteremo nuove viti, e areremo e ci dedicheremo agli affari, e andremo a peregrinare? Là ci sarà una grande quiete; infatti, là vengono meno tutte le opere richieste dalla necessità; morta la necessità, periranno le opere della necessità. Là ci sarà una tale giocondità quale noi non conosciamo. Qui vedo molte forme di giocondità, e molti nel mondo gioiscono, chi in un modo chi in un altro; e non vi è alcuna gioia che si possa paragonare con quella. Prepariamoci ad un’altra gioia. Preparatevi a qualche cosa di ineffabile: mondate il cuore da tutti i vostri affetti terreni e mondani. Noi ci stiamo preparando a vedere qualche cosa grazie alla cui vista saremo beati, e questo solo ci basterà. E che? Non mangeremo? Certo che mangeremo: Egli stesso sarà il nostro cibo, Colui che ci ristorerà, senza mai venir meno”.
† Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona