Condiscepoli di Agostino
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Commento al Salmo 62

Cenni di sintesi del commento di Agostino al Salmo 62: i Salmi hanno predetto il Messia nato dalla Vergine Maria; il Cristo totale è capo e membra; la vera felicità desiderata dai cristiani riguarda la risurrezione della carne, che allora sarà incorruttibile...

Parole chiave: Salmo 62 (1), Sant'Agostino (175), Salmi (7)

Cenni di sintesi del commento di Agostino al Salmo 62: i Salmi hanno predetto il Messia nato dalla Vergine Maria; il Cristo totale è capo e membra; la vera felicità desiderata dai cristiani riguarda la risurrezione della carne, che allora sarà incorruttibile.
Allora il cibo dell’anima sarà il Verbo di Dio e la nostra ricchezza sarà Dio: “Questi Salmi che cantiamo, per ispirazione dello Spirito di Dio, sono stati detti e scritti insieme prima che nostro Signore Gesù Cristo fosse nato dalla vergine Maria. Davide fu re nel popolo dei Giudei. Dal suo seme è nato il Signore nostro Gesù Cristo da Maria vergine.
Questo Salmo (il numero 62) si riferisce a Cristo, in quanto capo e in quanto membra. Egli è il nostro capo, noi siamo le membra: tutta la sua Chiesa, che è diffusa ovunque, è il suo corpo. Di questo corpo il capo è Lui, che è asceso in cielo. Quando udiamo la sua voce, la dobbiamo ascoltare come quella del capo e quella del corpo, poiché ciò che ha patito, in Lui anche noi l’abbiamo patito; perché anche ciò che patiamo noi, in noi lo patisce anche Lui. Ciò che patisce la sua Chiesa nelle sue tribolazioni nel mondo, nelle prove, nelle necessità, nelle angustie (poiché così è necessario che essa impari a lasciarsi purificare dal fuoco come l’oro), Lui stesso lo patisce.
E che cosa dice a Dio l’anima nostra? ‘Ha sete di te l’anima mia’. Ci sono di quelli che hanno sete, ma non di Dio, hanno sete di mondanità. Dobbiamo avere sete della sapienza, dobbiamo avere sete della giustizia. Tenete in mente quale sia la speranza dei cristiani. Non siamo, infatti, cristiani per essere alla ricerca della felicità terrena. Per un’altra felicità noi siamo cristiani. Ci viene promessa anche la risurrezione della carne. Ci è promessa tale risurrezione della carne che, pur essendo la stessa carne che portiamo ora, quando risorgerà non avrà tuttavia la corruzione che ha ora. Quando risorgerà, la nostra carne avrà una sua abitazione e una condizione di incorruzione, così anche la nostra anima avrà il suo cibo, lo stesso Verbo di Dio, per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose. Tuttavia, rendiamo grazie a Dio che ora in questo deserto non ci abbandona. Ecco quanto grande maestà e quanto grande uguaglianza del Padre è discesa alla carne umana per la nostra infermità! Ecco quanto siamo stati amati, prima che noi amassimo Dio! Se ancor prima che noi amassimo Dio siamo stati così tanto amati, al punto da far diventare uomo per noi il suo Figlio a Lui uguale, che cosa ci riserva se già lo amiamo? Che cosa abbiamo fatto di bene per meritare la misericordia?
Pur essendo giusto punire il peccatore, appartiene alla sua misericordia non punire il peccatore, ma giustificarlo, e da peccatore farlo giusto, e da empio farlo pio. Finché siamo in questa peregrinazione, non si può nemmeno dire che cosa saremo allora. Di che natura sarà quella patria? Ami una fonte buona? Che cosa c’è di più splendida della sapienza? Qualunque cosa qui ci sia da amare, al posto di tutte queste cose avrai Colui che le ha fatte tutte.
Ora è tempo di pregare, finché hai sete; quando la sete passerà, passa la preghiera e succede la lode. Con tutte le sue strategie ci incalza il diavolo; ma non temiamo. Il diavolo e i suoi angeli sono come i falchi; ma noi siamo sotto le ali della gallina (Gesù Cristo). Si è fatta debole per noi, ma è forte in sé il Signore nostro Gesù Cristo, la stessa sapienza di Dio”.

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