Cinema
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Un’automobile hi-tech sicura da morire

Monolith
(Italia, 2017)
regia: Ivan Silvestrini
con: Katrina Bowden, Knew e Nixon Hodges, Damon Dayouth
durata: 83’

Parole chiave: Monolith (1), Sul grande schermo (18), Film (103), Cinema (101), Carlo Ridolfi (19)
Un’automobile hi-tech sicura da morire

Il tema del conflitto essere umano-macchina è uno di quegli archetipi narrativi che dalla mitologia greca ad oggi e per sempre non smetteranno di popolare i nostri sogni e, a volte, i nostri incubi.
Lo sanno benissimo Roberto Recchioni, uno dei migliori sceneggiatori di storie a fumetti del panorama editoriale attuale (creatore, tra le altre cose, della interessantissima serie Orfani), l’altro sceneggiatore Mauro Uzzeo e il regista Ivan Silvestrini, che hanno ripreso il tema per realizzarne sia un fumetto (disegnato da Lorenzo Ceccotti e pubblicato da Bonelli Editore), sia un film.
La macchina in questione, nel nostro caso, è proprio un’automobile, quindi siamo già dalle parti di piccoli classici come Duel (1971) di Steven Spielberg o La macchina nera (1977) di Slliot Silverstein o Christine, la macchina infernale (1983) di John Carpenter, tratto dal romanzo di Stephen King.
Nella storia si racconta della giovane Sandra (Katrina Bowden), madre del piccolo David, di due anni (personaggio per il quale sono stati utilizzati i due gemelli Knew e Nixon Hodges), che alla guida di una modernissima e ipertecnologica automobile deve intraprendere un viaggio per raggiungere la casa dei suoceri, mentre il marito produttore cinematografico è a Los Angeles, forse per lavoro, forse per consumare un tradimento coniugale.
Capiterà a Sandra, durante il percorso, di subire un incidente e di trovarsi bloccata nel deserto, fuori dall’automobile, all’interno della quale è rimasto il piccolissimo figlio.
Si tratta quindi di una di quelle storie con pochissimi personaggi (e relativo basso costo di produzione), che devono basarsi, per reggere, su continue invenzioni e colpi di scena, pena lo scadimento nella banalità o, peggio, nella noia.
Rischio altissimo, che questo film non riesce ad evitare proprio del tutto, ma che viene comunque scongiurato dall’ottima conoscenza che gli sceneggiatori dimostrano di avere sia dei meccanismi narrativi che dei precedenti letterari e cinematografici.
Katrina Bowden è una di quelle centinaia di brave attrici e bravi attori che la scuola delle serie televisive sforna ogni anno. Risulta del tutto convincente nei panni di una madre che deve ingaggiare una lotta con elementi ostili al massimo limite per la sopravvivenza del proprio cucciolo, regalandoci buoni momenti di tensione e coinvolgimento emotivo.

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