Cinema
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Poche idee e Fabio Volo protagonista...

Un paese quasi perfetto
(Italia, 2016)
regia: Massimo Gaudioso
con: Fabio Volo, Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Miriam Leone
durata: 92’

Parole chiave: Un paese quasi perfetto (1)
Poche idee e Fabio Volo protagonista...

Poche cose come la mancanza di idee possono esser letali per una forma di espressione. Se dalla visione di un film si esce con una considerazione di questo tipo, la valutazione è bell’e che fatta.
Massimo Gaudioso, sceneggiatore di un certo valore, se è vero che gli si devono collaborazioni con Matteo Garrone, Daniele Vicari, Gianni De Gregorio e Carlo Verdone, quando si mette dietro la macchina da presa non riesce evidentemente a dare il meglio di sé. Eccolo quindi a dirigere questa operina esile esile, piena di rimasticature e situazioni già viste mille volte – già di per sé sarebbe il remake del franco-canadese La grande seduzione, uscito nel 2003 e diretto da Jean-Francois Pouliot – che si regge per qualche buona interpretazione e poco più.
La vicenda si svolge in Lucania, nell’immaginario paesello di Pietramezzana, a fortissimo rischio di spopolamento e desertificazione, che un piccolo gruppo di amici cerca di far rivivere. Ci sarebbe bisogno di un medico, per esempio, che rimanesse lì a esercitare a tempo pieno. Capita che da quelle parti s’insedi provvisoriamente un chirurgo plastico (Fabio Volo), che ovviamente non ha alcuna intenzione di fare dello sperduto borgo la sua residenza definitiva.
Ecco quindi che gli abitanti, dal sindaco in giù, cercano le soluzioni più disparate per far innamorare il dottor Terragni, questo il nome del personaggio, del loro luogo natìo.
Film per niente perfetto, l’opera di Gaudioso sembra essere più una collezione di situazioni comiche abbastanza trite e un esercizio di professionalità da parte di un comunque ottimo stuolo di caratteristi, che non un convincente marchingegno narrativo. È proprio la struttura portante che manca. Così come non c’è un protagonista convincente, né come maschera né come interprete (Fabio Volo vale come attore quel che merita come scrittore, ed è detto tutto).
C’era un tempo, ormai nel secolo scorso, nel quale il cinema italiano produceva decine di opere minori, leggere e garbate, che avevano comunque una certa consistenza. Registi come Camillo Mastrocinque, Carlo Ludovico Bragaglia o, anche solo estemporaneamente, Anton Giulio Majano o Aldo Fabrizi, quando si dedicava alla regia, realizzarono una stagione tra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta che ci diede certo non grandi capolavori ma film degnissimi di essere ricordati.
Così non è per Un paese quasi perfetto.

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