Nicola Calipari, eroe del nostro tempo ucciso 20 anni fa dal “fuoco amico”
Il Nibbio
(Italia, 2025)
Regia: Alessandro Tonda
Con: Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco, Anna Ferzetti, Lorenzo Pozzan
Durata: 109 minuti

Alessandro Tonda nella sua opera seconda porta in sala una pagina un po’ oscura della storia del nostro Paese. È il 4 marzo 2005 quando Nicola Calipari (soprannominato il Nibbio) con l’autista Andrea Carpani, su una Toyota Corolla dei servizi segreti italiani, porta Giuliana Sgrena verso l’aeroporto militare di Bagdad. Aveva ottenuto la liberazione dell’inviata in Iraq de Il Manifesto con lunghe e delicate trattative: dopo 28 giorni di sequestro da parte di terroristi islamici, poteva tornare in patria. A poche centinaia di metri dal veicolo, però, da un posto di blocco statunitense parte una raffica di colpi d’arma da fuoco. Calipari fa da scudo a Sgrena e resta ucciso, l’autista ferito, la giornalista salva. Il delitto resta tutt’ora irrisolto.
Il racconto che ne viene fatto attraverso il film risulta davvero efficace. Innanzitutto la sceneggiatura di Sandro Petraglia unitamente alla scelta registica di sfruttare le caratteristiche del genere cinematografico della spy story (dalla presentazione concitata degli eventi alla suspense) conferiscono a quei fatti, a distanza di vent’anni, una forza e un impatto emotivo significativi. La consulenza di Rosa Calipari (vedova di Nicola) in fase di stesura del testo, inoltre, permette al pubblico di apprezzare non solo le capacità professionali del protagonista, ma anche il suo spessore umano in particolare nel rapporto con la moglie e i figli.
Unitamente a ciò, la scelta di produrre un lungometraggio che si rifà allo stile del giornalismo d’inchiesta, scansa il pericolo di esprimere giudizi temerari o di addentrarsi in polemiche sterili: trattandosi di vicende quasi contemporanee e non risolte, sarebbe stato molto facile mettere in piedi un “processo mediatico” o strizzare l’occhio a ipotetiche teorie del complotto.
Il cast, poi, e in particolare i tre protagonisti (Nicola Calipari, la moglie Sara e Giuliana Sgrena interpretati rispettivamente da Claudio Santamaria, Sonia Bergamasco e Anna Ferzetti) danno prova di una notevole capacità attoriale. Anche tutte le colorazioni emotive che si possono immaginare in quelle persone durante quei giorni vengono portate sullo schermo: l’affetto, la preoccupazione, la tensione, la sofferenza, il dolore per il lutto... ogni cosa, in modo molto credibile, prende corpo attraverso gli attori.
Un film che suscita nello spettatore un ampio spettro di emozioni: l’ammirazione per la dedizione di quest’uomo alle cose a lui più care, la gioia della liberazione, il dispiacere per la sua uccisione, il desiderio di riscatto davanti alla situazione legalmente irrisolta. Una coloritura che arricchisce ulteriormente il racconto di questa pagina tanto bella quanto drammatica della nostra storia nazionale.
Francesco Marini
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