Il gran finale di Mission: Impossible slitta verso la fantascienza
Mission: Impossible
The final reckoning
(Stati Uniti, 2025)
Regia: Christopher McQuarrie
Con: Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhamses, Simon Pegg
Durata: 165 minuti
Valutazione Commissione Film Cei: consigliabile/problematico/dibattiti

Che sia davvero il gran finale col botto? Dallo spiegone iniziale che non ricapitola solo il film precedente, ma anche tutti gli altri lungometraggi della saga cinematografica iniziata nel 1996, sembrerebbe proprio di sì. Un riassunto per immagini che assomiglia quasi a un tributo a Tom Cruise, che comunque è vivo e in splendida forma per la sua età. Così nell’ultima delle missioni impossibili troviamo Ethan Hunt che deve portare a termine quanto iniziato nel 2023 (la prima parte di questo film): fermare un’intelligenza artificiale, chiamata l’Entità, che vuole impossessarsi di tutti gli arsenali nucleari del mondo per distruggere l’umanità. Il governo americano (guidato da una presidentessa afroamericana: che il regista sperasse nell’elezione di Harris?) affida a lui l’incarico di formarsi una squadra (i fidatissimi amici di sempre) per fermare questa macchina. All’intelligenza artificiale si aggiunge un secondo nemico: Gabriel, che non vuole distruggere l’Entità, ma ambisce ad assumere il controllo per dominare il mondo. Come sempre non mancano spettacolarità e scene al cardiopalma: che sia un sottomarino russo sprofondato tra gli abissi o un inseguimento nei cieli su velivoli a elica, Christopher McQuarrie si conferma un abilissimo regista per le scene di azione. La durata impegnativa (questo film, come la prima parte, si avvicina alle 3 ore) gli permette di dilungarsi in diversi momenti: dall’introduzione/riassunto della storia (praticamente la prima ora del lungometraggio) alle classiche scene di combattimento che si prolungano anche per qualche decina di minuti. Una “novità”, rispetto alle pellicole precedenti, è la presenza di numerosi dialoghi: perfettamente nello stereotipo del film e funzionali a far comprendere allo spettatore le varie traversie che rendono la trama un po’ contorta e un po’ cervellotica. L’elemento che risulta forse più strano è lo slittamento significativo nel genere fantascientifico (in particolare per come viene considerata e trattata l’IA). Sull’approfondimento psicologico dei personaggi non c’è molto da dire: non è mai stato particolarmente significativo o funzionale, non può certo diventarlo nell’ultimo episodio. Confermato l’encomio a Tom Cruise che, all’età di 62 anni, ha confermato la scelta di non utilizzare controfigure per le scene di azione anche più impegnative: la sua “fusione” con il personaggio di Ethan Hunt è ormai pressoché totale (così com’è successo con Terminator e Arnold Schwarzenegger o Iron Man e Robert Downey jr. solo per fare alcuni esempi). Insomma, un altro film che riesce a fare intrattenimento di qualità.
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