Riguardando le immagini della partita Verona-Roma, e soprattutto quelle della Curva sud, mi è ritornato in mente quel bel verso forse preso da qualche cantico del Dolce stilnovo: "Mejo bear sforsà che laorar de gusto"
Che non fa niente. Poi ai ragazzi men che meno. Tralasciando i 130mila morti, ovviamente, che comunque sarebbero morti in qualche altro modo, più o meno. Ieri parlavo con una diciassettenne, che ha preso l'influenzina diversi mesi fa (assieme a tutta la sua famiglia). Mi diceva che ancor oggi non riesce a sentire bene i gusti e gli odori. Influenzina.
Arriva l'ondivago leader politico: «Il green pass sia un'opportunità ma non un obbligo per i lavoratori». Risposta: «No, sarà obbligatorio per tutti i lavoratori». «Ah, va bene». Poi arrivano i leader sindacali: «Allora tamponi gratis per tutti». Risposta: «No, o si vaccinano o se li pagano. C'è altro?».
Registriamo su alcuni temi – dai vaccini a certi personaggi discutibili che si aggirano attorno alla nostra Chiesa – reazioni sobrie ed equilibrate che esprimono moderato dissenso rispetto a quanto da noi scritto: servi di Satana, dovete morire, nazisti e così via. Che dire? Si risponde o si allerta l'intervento psichiatrico rapido?
Valgono quel che valgono. Ma leggerne uno sull'attuale sindaca di Roma, la grillina Virginia Raggi, e scoprire che sarebbe molto soddisfatto di lei il 3,5% dei romani, mentre il 75% alla sola idea che possa governare la città per altri 5 anni starebbe valutando l'ipotesi di trasferimento in altro Comune...
Ai nostri ragazzi che questa mattina sono andati a scuola per il primo giorno dell'anno scolastico. Alla scuola stessa, che sembra sempre camminare sull'orlo del burrone, e tutte le volte ce la fa a portare a termine l'anno; agli insegnanti e al personale scolastico, che "sono" la scuola. A noi genitori, per i quali la scuola è una bella fetta di impegno quotidiano. Ce la faremo, se solo sapremo riprenderci dalla mazzata del conto pagato per l'acquisto dei libri.
di ADRIANA VALLISARI
L’infettivologo Andrea Crisanti: è la progressione matematica del virus
Ultimamente si ha la sensazione (ma solo la sensazione, sia chiaro) che, dietro alla generica sigla No vax – che fino a ieri conteneva uno sparuto gruppo di italiani e oggi sembra un esercito – si nascondano anche frange di persone il cui unico intento sia quello di menare le mani. Che si tratti di curva da stadio, alta velocità, ulivi salentini o vaccini anti-Covid, poco importa.
Succede che il pessimo dittatore bielorusso Lukashenko ce l'abbia con l'Unione Europea perché non gli permette di fare i comodi suoi come tanto gli piacerebbe. Così si vendica in un modo atroce: favorisce l'arrivo di profughi da Iraq o Afghanistan, li fa portare al confine con la Lituania o la Polonia e poi schiera i militari dietro di loro: avanti in quella direzione, di qua non si torna indietro. Ma al confine le guardie polacche, ad esempio, non fanno passare la quarantina di profughi afghani lì ammassati: non sia mai! Questi poveri cristi rimangono lì nel nulla, e intanto due bambini sono morti per aver mangiato (avevano fame!) funghi velenosi. Se tutto ciò non fosse tragicamente vero, si farebbe fatica pure a immaginarlo.
Alcuni anni fa avremmo consigliato i sindaci, in procinto di ripresentarsi alle elezioni, di infiocchettare l'ultimo anno di mandato con una messe di asfaltature e lavori pubblici con tanto di inaugurazioni. Ora, faremmo l'esatto contrario: il primo anno di mandato pieno zeppo di opere e cantieri (guarda, questo sì che si rimbocca subito le maniche), e l'ultimo anno niente: nessuna rottura di scatole ai cittadini che ti rivoteranno. Così, tanto per dire...