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Sotto il Ponte di Veja le tracce della nostra storia

Con l’inizio della primavera e approfittando del periodo di calma prima della stagione estiva, si possono riscoprire molte località della Lessinia a poca distanza dalla città e perfette per trascorrere qualche ora nella natura; così come riscoprire anche la storia e la vita dei nostri antenati. È l’occasione di tornare, per esempio, al Ponte di Veja...

Parole chiave: Ponte di Veja (2), A spasso con il cane (84), Silvia Allegri (49)
Sotto il Ponte di Veja  le tracce della nostra storia

Con l’inizio della primavera e approfittando del periodo di calma prima della stagione estiva, si possono riscoprire molte località della Lessinia a poca distanza dalla città e perfette per trascorrere qualche ora nella natura; così come riscoprire anche la storia e la vita dei nostri antenati. È l’occasione di tornare, per esempio, al Ponte di Veja: uno dei siti naturalistici di più grande interesse per la storia particolare che ha permesso la creazione di questo autentico monumento naturale. Intorno ad esso, oltre 90mila anni fa, si insediarono piccole comunità che poi hanno continuato a vivere commercializzando in tutta l’Europa i preziosi manufatti di selce, punte di freccia e anche la preziosissima ocra utilizzata poi da pittori e scultori, ma anche per la colorazione di tessuti.
Seguendo le indicazioni per Sant’Anna d’Alfaedo, si arriva al grande parcheggio e a pochi metri da lì prende il via un percorso affascinante che ci permette di fare un vero tuffo nella geologia, immersi nella natura. Il percorso che porta al ponte è corredato di cartelloni che raccontano la vita degli abitanti preistorici di questi luoghi, realizzati dal Parco naturale regionale della Lessinia insieme alla Comunità montana e all’associazione Archeoland “Lupo Azzurro” di Stallavena.
Anche queste zone, come hanno confermato gli scavi archeologici del Dopoguerra, videro in passato la presenza di numerosi animali, quegli stessi raffigurati nei tanti siti preistorici europei. Ponte di Veja è ciò che resta di un’enorme cavità creatasi come conseguenza di una serie di coincidenze geologiche, come la presenza di un filone vulcanico, l’inclinazione degli strati ammonitici che hanno favorito la creazione di una dolina e la progressiva erosione del biancone che copriva gli strati sottostanti e permetteva l’infiltrazione delle acque lungo le fratture della roccia.
È così che, 38 milioni di anni fa, ha preso avvio il fenomeno carsico della grande caverna e della sua diramazione, che ha provocato il parziale crollo della volta. Il ponte è un crocevia di sentieri come il 13/E, e poi il 252 e 257, ben segnalati come sentieri Cai. Una volta superato il ponte, provenendo dall’alto, manteniamo la sinistra e imbocchiamo il sentiero che si inoltra nel bosco subito dopo la Grotta dell’Orso. Qui, come anche nella grotta dell’Acqua che incontriamo più oltre e che grazie alla sorgiva che vi sgorga diventa l’ambiente ideale per crostacei, molluschi, anfibi, c’è un equilibrio costante tra temperatura e umidità, tanto che questo luogo riparato e silenzioso è da tempo anche una dimora prediletta dai pipistrelli.
Si prosegue poi in un bosco di faggi e roveri, con un ricco sottobosco e tratti di rocce stratificate, ambienti tipici della Lessinia. Al termine del percorso in discesa, dopo aver attraversato il letto del torrente Marciora, ci si immette sulla strada asfaltata e si può procedere a destra, in discesa, fino alle indicazioni del sentiero 257. Qui si prosegue lungo una strada sterrata stretta e suggestiva che porta fino al letto del torrente. A quel punto si potrà risalire in direzione del Ponte lungo le cascate del torrente Crestena, proveniente dall’omonimo vajo.
Il percorso ha una certa difficoltà per la pendenza notevole in alcuni punti, ma la fatica è ricompensata dalla bellezza delle cascate e del bosco. Al termine della passeggiata ci si potrà concedere una merenda o aperitivo nella trattoria Ponte di Veja, con tavolini all’aperto e dove i cani sono ben accetti. Qui di fronte si potrà ammirare anche uno splendido castagno secolare.
La scorta d’acqua per il nostro quattro zampe non è necessaria se non per la prima parte del percorso, considerando la grande presenza di cascate e laghetti naturali. Si raccomanda invece un abbigliamento sportivo e scarpe robuste per percorrere in sicurezza i tratti nel bosco e la risalita, valutando che per le zone in ombra sarà meglio avere una giacca a vento.

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