A spasso con il cane - Via con... Vento
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Lungo la riva dell’Adige scorre la storia di Pescantina

Un luogo perfetto per respirare l’aria pulita che si sprigiona dal fiume e dagli alberi degli argini, e al tempo stesso viaggiare nel tempo, riscoprendo antichi insediamenti e le tracce di antichi mestieri. Siamo a Pescantina, a pochi chilometri da Verona, in direzione ovest. Si parcheggia l’auto nella piazza del municipio. Questo luogo, al quale conducono tutte le stradine strette caratteristiche del paese, è da sempre il fulcro della vita pescantinese: lo fu in passato, quando la cittadina era un vivace centro commerciale, e lo è tuttora, per i suoi abitanti...

Parole chiave: Pescantina (4), A spasso con il cane (84), Silvia Allegri (49)

Un luogo perfetto per respirare l’aria pulita che si sprigiona dal fiume e dagli alberi degli argini, e al tempo stesso viaggiare nel tempo, riscoprendo antichi insediamenti e le tracce di antichi mestieri. Siamo a Pescantina, a pochi chilometri da Verona, in direzione ovest. Si parcheggia l’auto nella piazza del municipio. Questo luogo, al quale conducono tutte le stradine strette caratteristiche del paese, è da sempre il fulcro della vita pescantinese: lo fu in passato, quando la cittadina era un vivace centro commerciale, e lo è tuttora, per i suoi abitanti. Parcheggiata l’auto, insieme al nostro quattrozampe possiamo costeggiare il fiume ammirandolo fin da subito dal parapetto che fu costruito per difendere la città da eventuali piene; si cammina per circa duecento metri e poi, scendendo le scale dopo aver bevuto un sorso d’acqua alla vicina fontanella, si giunge all’antica strada attaccata al fiume, un tempo percorsa dai cavalli che trainavano le barche verso nord, arrivando fino a Bolzano.
Sotto il dominio veneziano infatti si svilupparono in notevole misura le attività legate al commercio sull’Adige, che diedero al paese ricchezza e notorietà: per un paio di secoli e più Pescantina fu uno dei perni della navigazione atesina e godette di particolare benessere. Valorizzata in anni recenti, la strada che costeggia il fiume, detta “alzaia” proprio a ricordo della sua funzione di percorso lungo il quale venivano trainate le imbarcazioni, è diventata un bellissimo sentiero, a tratti largo, a tratti più stretto, che porta da un’estremità all’altra del territorio comunale. Un sentiero particolarmente frequentato dagli amanti della camminata e della corsa, da ciclisti e da persone a cavallo, e luogo prediletto per i proprietari di cani, che in questo modo possono passeggiare facendo divertire il proprio compagno a quattro zampe in un luogo ricco di stimoli, profumi e luce.
All’inizio della passeggiata, un cartello invita i proprietari di cani a prestare attenzione e a tenere gli amici a quattro zampe al guinzaglio, per non disturbare un gruppo di oche che sono state comprate e liberate sul fiume, e che qui vi dimorano: l’Adige è infatti un luogo prediletto da uccelli stanziali e migratori, e ricco di pesci, piccoli mammiferi e invertebrati. Doveroso, dunque, non disturbarli.
Si cammina costeggiando il fiume, e se da un lato si osservano i canneti, le dune di sabbia, i ciottoli e una vegetazione a tratti molto folta, dall’altro si scorgono campi coltivati, giardini e case che si affacciano sull’alzaia: la passeggiata lungo il fiume consente in questo modo di osservare da vicino come la vita di Pescantina sia intimamente connessa con la vita della natura e dell’Adige. Una preziosa testimonianza, in questo senso, è data dalle diverse tracce lasciate dall’uomo nel corso della storia: tra queste, proprio di fronte alla stradina che conduce alla chiesa parrocchiale, si nota il resto del basamento di una ruota idrovora, che un tempo serviva per sollevare l’acqua dal fiume e distribuirla nei campi, e ci consente di fare un tuffo nel passato, immaginando la frenesia e la vivacità del commercio fluviale, che ha reso questi luoghi di vitale importanza nell’economia di un tempo. Proprio vicino alla chiesa dedicata a San Lorenzo, nella chiesetta romanica adiacente, ha sede il Museo Etnografico denominato “Lavoro e tradizioni lungo il fiume Adige”, voluto per mantenere nella memoria il ricordo del vivace passato della cittadina.
Si giunge poi nella piccola frazione di Arcè, insediamento antico e affascinante la cui importanza storica è testimoniata dalla chiesa di San Michele, una pieve del XII secolo. Dall’alzaia, per raggiungere la chiesetta, ed entrare così nel cuore della frazione, si imbocca una piccola stradina costeggiata da due muri, dai quali spuntano cespugli di rosmarino e altri arbusti: altro tratto di percorso graditissimo per il nostro cane, che qui può correre libero senza pericoli, se non ci sono altre persone. Dopo circa cento metri, sollevando lo sguardo verso sinistra, si potrà scorgere il campanile della pieve. Si arriva così a San Michele, che sorge in mezzo a una bellissima area verde cinta da un muro, dove si può godere la vista della chiesetta e rinfrescarsi alla piccola fontanella che si trova all’ingresso del prato, subito a sinistra del cancello. Il campanile e le finestre sono seicentesche, ma la muratura ben visibile nella facciata e nei fianchi ha la struttura a ciottoli disposti a spina di pesce tipica del romanico più antico. La chiesetta, ricordata per la prima volta nel 1154 come dipendente dal monastero benedettino veronese di San Fermo Minore, presenta sulla porta rivolta a sud un graffito che ricorda una formula superstiziosa di origine pagana, in cui si scongiuravano le febbri dell’uomo e delle bestie. All’interno della chiesetta i lavori di ristrutturazione hanno fatto emergere per intero la figura dell’arcangelo Michele, cui è dedicata. La pieve ospita la Messa prefestiva, alle 17 (ora solare) o alle 18 (ora legale), ma per visitarla fuori dall’orario della Messa si può contattare la parrocchia di San Lorenzo al numero 045.7150056.
Tornati al fiume, ripercorrendo il bel sentiero riparato dai muri, si può scegliere di proseguire, arrivando a Ponton, o di tornare indietro, a seconda della stanchezza o del tempo a disposizione. A favorire delle piccole pause di riposo, durante tutto il percorso, sono le numerose panche in pietra: piccoli punti di sosta per osservare il fiume con i suoi abitanti.

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