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Da Pigozzo a Trezzolano sulle tracce delle sparasine

La bassa Val Squaranto: una zona alle porte di Verona capace di offrire una grandissima varietà di itinerari da scoprire con il nostro cane, poco faticosi e sicuramente di grande interesse naturalistico e storico...

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Da Pigozzo a Trezzolano sulle tracce delle sparasine

La bassa Val Squaranto: una zona alle porte di Verona capace di offrire una grandissima varietà di itinerari da scoprire con il nostro cane, poco faticosi e sicuramente di grande interesse naturalistico e storico. Subito dopo la zona industriale di Montorio, lungo la strada che prosegue in direzione di Roverè Veronese, si gira a sinistra e si raggiunge la frazione di Mizzole. Appena varcato il torrente si trova subito sulla curva la cappella dedicata a Santa Eurosia.
La statua della santa arrivò in paese con le truppe spagnole e fu protagonista di una serie di miracoli. Durante la Seconda Guerra mondiale, Mizzole ospitò molti sfollati e la statua divenne nuovamente oggetto di venerazione. A lei si legò un voto da parte della popolazione: se fosse terminata la guerra, avrebbero realizzato una cappella. E così fu: oggi il monumento include il capitello, il frassino che riprese a germogliare e tutte le testimonianze della devozione popolare a questa santa. Mizzole, inoltre, è il punto di arrivo e di partenza di molti percorsi, frequentati specialmente dai ciclisti: da qui, per esempio, si possono raggiungere il Piloton, località Quercia, Montorio.
Noi parcheggiamo l’auto proprio qui e iniziando a inoltrarci nella valle, troveremo sulla destra le indicazioni per Trezzolano e San Vincenzo. Noteremo, qui come lungo la vallata percorsa per arrivare in questa zona della Val Squaranto, i lunghi muri che fiancheggiano l’omonimo progno, ora quasi sempre asciutto ma un tempo soggetto a piene pericolose e improvvise.
Dopo poche centinaia di metri arriviamo davanti a villa Arrighi; di fronte inizia la strada sterrata che si inerpica tra i vigneti. La imbocchiamo, prestando attenzione alle indicazioni del sentiero sugli alberi, con il consueto simbolo bianco e rosso, e all’altezza della croce nei pressi di villa Piatti svoltiamo a destra. La strada prosegue senza particolari dislivelli nella prima parte; ma superata l’azienda agricola che troviamo alla nostra sinistra, si fa poi sempre più ripida mano a mano che ci si inoltra nella vegetazione.
Qui i vigneti e gli ulivi lasciano spazio a castagni, carpini neri e a un fitto sottobosco dove i prati si alternano a zone di pascolo. Il sentiero in questo punto si restringe notevolmente ed è piuttosto ripido e sassoso; sono consigliate quindi scarpe da trekking robuste. Si cammina per meno di un’ora e, arrivati in cima, ci immettiamo sulla strada asfaltata che porta in Lessinia nei pressi di un capitello.
Dopo poche centinaia di metri raggiungiamo la bella chiesa di Trezzolano, magari al termine di una breve sosta alla trattoria “Al Parigin”, tappa obbligata per gli escursionisti. Siamo in un altro punto di snodo, e da qui partono altri sentieri, come quelli che portano a Montorio o a Pian di Castagnè. All’altezza della chiesa la vista può spaziare in tutte le direzioni e si presenta ai nostri occhi uno splendido panorama. A questo punto possiamo fare ritorno in vallata sempre passando dal bosco, ma seguendo magari le indicazioni per Pigozzo, riconoscibile già da lontano per il campanile della chiesa dedicata ai santi Nazaro e Celso.
Il paesino, che si trova a pochissima distanza da Mizzole, sorge in una posizione suggestiva, immerso nel verde e ricco, come Mizzole e altre frazioni, di bellezze naturali, tra cui grotte, uliveti, zone boschive, ma anche antichi edifici che ne testimoniano la grande ricchezza storica. In tutta Verona e non solo, Pigozzo è noto soprattutto per la sagra della sparasina, ossia l’asparago selvatico, prodotto tipico di questa zona. Ogni anno a fine aprile si svolge come di consueto la festa dedicata ai piatti preparati con questi germogli primaverili: un’occasione perfetta per degustarli e fare quindi una gita fuori porta.
Una volta tornati indietro, se abbiamo tempo a disposizione, possiamo proseguire in macchina alla scoperta di altri angoli affascinanti della vallata, percorrendo  questa volta la Pissarotta. Si tratta dell’antica strada che, fino agli anni ’50, collegava Montorio con la Lessinia, oggi poco frequentata da chi deve raggiungere i paesi in quota e sceglie vie più agevoli e rapide passando per Stallavena o San Rocco di Piegara. È così chiamata perché collegava Mizzole con la località Pissaròta, nel comune di Roverè. Proprio per questo adesso è particolarmente amata da ciclisti ed escursionisti. Chi si muove a piedi e con il cane dovrà prestare attenzione per l’assenza di marciapiedi, ma vale la pena visitare questa valle disseminata di vai, cascatelle, sentieri che si inoltrano nei boschi.

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