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Tanti saluti dalla Lessinia in cartolina

di MARTA BICEGO
Seicento cartoncini postali in un libro fotografano una montagna spesso ormai scomparsa 

Tanti saluti dalla Lessinia in cartolina

di MARTA BICEGO
Oggi con un beep arrivano una fotografia oppure un video, appaiono direttamente sullo schermo del telefonino. D’effetto, senza dubbio: è il miracolo delle tecnologie. Ma volete mettere quando, al momento dell’apertura della cassetta delle lettere, si intravedeva al suo interno una cartolina? Innanzitutto c’era l’emozione nell’indovinare da che luogo, vicino o remoto, era stata inviata: panorami marittimi, scorci di montagne, città d’arte. Seguiva subito dopo la curiosità di scoprire il mittente che aveva scritto di suo pugno con la penna la missiva. Quindi si dava uno sguardo al timbro e al francobollo, perché pure quelli avevano il loro fascino. Poi si aggiungeva l’urgenza di leggere quale messaggio – in deroga alla privacy dei tempi moderni – era stato pensato e affidato alle mani di postini che le trasferivano, e forse ne sbirciavano il contenuto alla ricerca di una finestra di evasione dalla quotidianità, trasferendole da una destinazione all’altra.
“Saluti da...”, era la frase più ricorrente alla quale si univano i ricordi, gli stati d’animo, le impressioni. E non a caso Saluti dalla Lessinia. La montagna dei veronesi in 600 cartoline è il titolo del bel volume che lo studioso Angelo Andreis, non nuovo a pubblicazioni che ci riappropriano del passato e che ci permettono di custodirlo sugli scaffali della libreria della nostra casa, ha consegnato alle stampe per Cierre Grafica. Emozioni e memoria stampata, proveniente da sedici Comuni delle terre alte scaligere: dall’ovest della Val d’Adige per approdare ad est, al solco vallivo d’Illasi, abbracciando l’intero altopiano. Da Dolcè fino a Vestenanova, volendo citare le varie località in un rigoroso elenco alfabetico, che non privilegia nessun campanile. Un itinerario tra scorci di natura e vedute di piazze, tra chiese ed edifici spuntati qua e là; lungo strade che hanno intessuto trame di socialità, contribuendo a cancellare dall’isolamento le tante contrade che punteggiano tuttora il territorio montano. Pagine che sono la cartina di tornasole di come sono cambiati i monti Lessini e, per certi versi, di come siamo cambiati noi: quando è arrivato il “miracolo” dell’economia; quando i paesi sono cresciuti o talvolta si sono spopolati; quando c’è stato il boom delle seconde case, degli alberghi e del turismo invernale che ha richiamato gli sportivi sulle piste da sci. Didascalie contribuiscono a svelare qualche curiosità, oltre ad inquadrare temporalmente l’immagine immortalata.
Trasformazioni, da sfogliare nelle circa 300 pagine del catalogo che Andreis – già preside e dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Bosco Chiesanuova oltre ad aver ricoperto cariche amministrative a Cerro Veronese, Grezzana e presso la Comunità montana della Lessinia – ha meticolosamente messo assieme, radunando cartoline postali datate tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta del secolo scorso. Quasi tutte sono in bianco e nero, pochissime quelle a colori. Alcune hanno viaggiato, altre invece no: sono rimaste (per nostra fortuna) nascoste in qualche cassetto. Rappresentano una parte significativa della collezione dell’autore, che di pezzi così ne possiede circa mille: le ha trovate frequentando mercatini dell’antiquariato o le ha ricevute da privati. Una passione nata proprio quando frequentava la Lessinia ed era sindaco a Cerro Veronese, negli anni dal 1975 al 1990: raccogliendo foto per un libro sul capoluogo, ha ampliato geograficamente le indagini e cominciato a mettere da parte con pazienza questi preziosi biglietti illustrati. Può esserci qualsiasi tecnologia, ma le cartoline postali custodiscono un fascino senza tempo. Permettono di spostarsi, almeno col pensiero, a chi si sofferma ad osservarle per andare alla scoperta di dettagli in luoghi che gli sono familiari o che catturano l’attenzione. Sono tessere della nostra storia, che potremo stringere tra le mani, anche tra cento anni. Chissà che cosa ne sarà, invece, degli innumerevoli messaggi che adesso viaggiano veloci, al posto delle cartoline postali... 

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