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Il gruppo “Farsi prossimi” continua la sua opera di vicinanza a chi ha bisogno

di BEATRICE CASTIONI
Tra i volontari, una decina di paesani di Rizza

Il gruppo “Farsi prossimi” continua la sua opera di vicinanza a chi ha bisogno

di BEATRICE CASTIONI
«Uniamoci e uniamo le nostre forze per fronteggiare queste nuove emergenze». Don Simone Borchia, parroco di Rizza, riflette sulle necessità e le fragilità di molti parrocchiani, che tra l’aumento del costo della vita e le ripercussioni psicologiche di una quotidianità tra guerra e pandemia hanno bisogno di supporto.
La parrocchia continua a raccogliere alimenti non deperibili per l’emporio della solidarietà “Il Tione” di Villafranca, al quale si rivolgono tutti i cittadini dei territori limitrofi; è possibile lasciare negli spazi della parrocchia dedicata alla Beata Maria Vergine del perpetuo soccorso, all’interno di una cesta, tutto ciò che si desidera donare. «Al Tione si rivolgono anche alcuni abitanti di Rizza, che magari per pudore non chiedono aiuto direttamente a noi. Per questo ci teniamo a collaborare costantemente», prosegue Borchia.
Un aiuto a cui è possibile unirsi facendo un’offerta durante le Messe di ogni primo sabato e domenica del mese, destinate nello specifico a coprire i bisogni di chi si trova in difficoltà. Anche se il parroco conosce diverse situazioni familiari del paese, spiega che non è facile domandare aiuto: è un gesto che rende vulnerabili. «Invitiamo tutti a contattarci senza timore e cercheremo, nei limiti delle nostre possibilità, di intervenire. Il nostro gruppo “Farsi prossimi” serve proprio per questo. Si tratta di una decina di paesani che si sono resi disponibili per il prossimo, contattabili attraverso il numero 328.8997508», prosegue il parroco. Il gruppo è nato durante la prima ondata Covid per poter supportare in vari ambiti, ed è rimasto attivo da allora.
Il telefono associato al numero sopra indicato passa quindi di mano in mano tra i volontari, che si attivano non appena ricevono una richiesta. Rizza fa il possibile anche per la situazione di guerra e alcuni fedeli stanno attualmente ospitando due mamme e sei figli di origine ucraina. «È bello vedere come l’aiuto da parte dei nostri paesani sia stato immediato e spontaneo, non appena si era sparsa la voce che stavamo ospitando queste persone. Ognuno sta contribuendo come può e cerca di rendere la loro permanenza qui il più piacevole possibile e circondata dall’amore». 

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