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La Domenica della Parola di Dio

Istituita nel settembre 2019 da papa Francesco con il motu proprio Aperuit illis, si celebra il 24 gennaio la Domenica della Parola di Dio, durante la Settimana per l’unità dei cristiani 

Parole chiave: domenica della Parola di Dio (1), Bibbia (5)
Logo della domenica della Parola di Dio

Il luogo principe per l’ascolto della Parola di Dio custodita nella Bibbia è la liturgia. La proclamazione delle letture durante la Messa è solenne e presuppone un desiderio di accoglienza e un atteggiamento di vero ascolto, dal momento che è il Signore Gesù ad offrirsi in esse: nei Vangeli in particolare, come sappiamo, ma anche negli altri brani biblici annunciati dall’ambone. Il legame fra i due Testamenti ben lo attesta la Dei Verbum riferendosi a sant’Agostino: “Dio dunque, il quale ha ispirato i libri dell’uno e dell’altro Testamento e ne è l’autore, ha sapientemente disposto che il Nuovo fosse nascosto nel Vecchio e il Vecchio fosse svelato nel Nuovo” (DV 16).
Durante la Liturgia della Parola noi riceviamo Cristo, “Parola fatta carne che si fa Scrittura Sacra”, come giustamente afferma di nuovo Dei Verbum al n. 21: “La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli”. “La liturgia della parola e la liturgia eucaristica sono congiunte tra di loro così strettamente da formare un solo atto di culto” (Sacrosanctum Concilium, 56): non solo attraverso le specie consacrate del pane e del vino, ma anche attraverso la Sacra Scrittura riceviamo Cristo! A tal proposito, adeguata e significativa appare la riflessione di Origene: “Noi beviamo il sangue di Cristo non soltanto quando lo riceviamo secondo il rito dei misteri, ma anche quando riceviamo le sue parole ove risiede la vita, come egli dice di se stesso: «Le parole che ho detto sono spirito e vita»” (Origene, Omelie sui numeri, 16,9 [PG 12, 701]).
Il desiderio di papa Francesco “che la parola di Dio sia sempre più celebrata, conosciuta e diffusa, perché attraverso di essa si possa comprendere meglio il mistero di amore che promana da quella sorgente di misericordia” espresso nella Lettera apostolica Misericordia et misera (7) trova la sua realizzazione nel motu proprio Aperuit illis dove si legge: “Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Questa Domenica della Parola di Dio verrà così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani. Non si tratta di una mera coincidenza temporale: celebrare la Domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida. Le comunità troveranno il modo per vivere questa Domenica come un giorno solenne” (Aperuit illis, 3).
La Domenica della Parola ha lo scopo di renderci sempre più consapevoli che ignorare le Scritture sacre significa ignorare Cristo stesso, rischiando così di perdere di vista colui che genera e motiva continuamente la nostra fede: il Signore Gesù morto e risorto.
È san Girolamo che ci dona questa sua massima, una convinzione che maturò proprio attraverso la sua esperienza di lettura, studio e preghiera assidui della Parola di Dio.
Questo aggancio alla vita di san Girolamo potrà invogliarci ad assumere ciò che il Papa stesso suggerisce: una lettura che vada oltre il momento della celebrazione domenicale, “l’approfondimento e la preghiera con la Sacra Scrittura, con un particolare riferimento alla lectio divina” (Aperuit illis, 3), facendoci gustare a livello personale o in gruppo non solo il fascino di questa particolare biblioteca chiamata Bibbia, ma pure la sua attualità. La Domenica della Parola non vuole ridurre l’interesse verso la Sacra Scrittura ad un unico giorno in tutto l’anno, anzi: “Il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non ‘una volta all’anno’, ma una volta per tutto l’anno, perché abbiamo urgente necessità di diventare familiari e intimi della Sacra Scrittura e del Risorto, che non cessa di spezzare la Parola e il Pane nella comunità dei credenti. Per questo abbiamo bisogno di entrare in confidenza costante con la Sacra Scrittura, altrimenti il cuore resta freddo e gli occhi rimangono chiusi, colpiti come siamo da innumerevoli forme di cecità” (Aperuit illis, 8).
La Domenica della Parola non esaurisce quindi la nostra attenzione alla Bibbia ma ci sprona a diventare missionari della Parola, testimoni credibili della Buona Notizia, per tenere alta la parola di vita (Fil 2,16) che illumina e guida le nostre scelte quotidiane.
Ufficio catechistico diocesano
Settore Apostolato biblico

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