L’uomo che sussurra ai cavalli e in estate li porta in montagna
di SILVIA ALLEGRI
Carlo faceva l’agricoltore, poi la scelta di allevarli e conviverci a Stallavena

di SILVIA ALLEGRI
Ha la capacità di percepire le emozioni che provano gli altri esseri viventi e il dono di saper trasmettere le sue conoscenze a chiunque desideri fare un salto di qualità nella propria vita e nelle proprie relazioni con gli animali. Sa mettere a nudo i limiti, con l’intenzione di farli superare, ma anche esaltare i talenti e aiutare a valorizzarli. Partendo da un presupposto che tiene sempre a mente: in ogni individuo, umano o non umano, si nasconde un universo di sfaccettature da indagare. Ma, soprattutto, Carlo Franck parla con i cavalli, li ascolta, se serve ci discute, anche. Per lui ognuno di loro è una persona, con il suo carattere ben definito, da scoprire piano piano. Quello per i cavalli è un amore lungo decenni. Un’attrazione nata quando era ancora un ragazzino, e che molti anni dopo avrebbe portato a una svolta epocale nella sua vita.
È il 1943 quando Carlo Franck nasce a Grezzana da una famiglia di origini nordeuropee, probabilmente tedesche. La passione per i cavalli è palese e forte fin da quando, bambino, muove i suoi primi passi, e presto monta in sella, diventando un abile cavaliere. Eppure, come avviene spesso nella vita, per riconoscerla e sceglierla gli sarebbe servito ancora del tempo.
Così, giovane e intraprendente, sceglie di dedicarsi a un’azienda agricola nella campagna veronese. «Avevo un appezzamento di terra e allevavo animali», racconta. Ma questo passato, oggi, è così lontano dal suo sentire che, ricordandolo, gli sembra di parlare di un’altra persona.
La svolta arriva negli anni ’80 quando incontra Serena, sua compagna della vita, dopo un gravissimo incidente che lo costringe all’immobilità totale per lunghi mesi. Passato il pericolo, allora, e dopo una lunga riabilitazione, Carlo sceglie di realizzare il suo sogno nel cassetto: insieme a Serena apre un centro equestre sulle colline di Stallavena, a poche centinaia di metri, in linea d’aria, dalla casa in cui è nato. Si chiude un cerchio.
Dialogare con i cavalli, comprenderli, metterli a proprio agio è il dono di Carlo. «Ho raggiunto la mia dimensione quando ho capito che il legame affettivo con l’animale è una fonte di benessere per noi umani. Conquistare la loro fiducia mi gratifica, creare un rapporto di amicizia e sintonia è la base su cui poi costruire una relazione solida e duratura».
Carlo studia il metodo di addestramento dei cavalli ideato dallo statunitense Pat Parelli nel 1981, dopo un lungo periodo di osservazione dei cavalli in natura. Il Parelli Natural Horsemanship – letteralmente, fare qualcosa insieme, cavallo e uomo – è un percorso di crescita per persone e cavalli che si basa sulla comunicazione reciproca e sul rispetto.
«Ogni cavallo, così come ogni umano, ha il proprio carattere. Ci sono quelli estroversi, quelli timidi, quelli insicuri, quelli con un temperamento mite. Confrontarsi, saper leggere il linguaggio non verbale, sintonizzarsi sulle emozioni è essenziale per poter fare cose insieme. E quindi, prima di montare in sella, si lavora sulla creazione di un rapporto di fiducia attraverso una serie di esercizi da terra. Cavallo e umano si guardano negli occhi, lavorano alla stessa altezza. Una volta raggiunta una buona sintonia, l’avventura può iniziare».
Nessun metodo violento, quindi, nessuna coercizione, nessuna azione che vada a creare stress e alimentare paure. In linea con quanto avviene in natura, in un branco di cavalli, si forma una gerarchia, a vantaggio di tutti: «I cavalli hanno bisogno di un leader, un capobranco che si assuma la responsabilità di andare alla ricerca del cibo, difendere dai pericoli, trasmettere sicurezza. Quando il leader non è più in grado di garantire tutto questo, il testimone passa a un altro membro del gruppo. I cavalli hanno un senso della meritocrazia decisamente più efficace rispetto a noi umani», racconta Carlo.
Il segreto, allora, per l’uomo è dimostrare di potersi assumere il ruolo di guida, proteggere il proprio cavallo, farlo sentire a suo agio. Significa essere in grado di prendere decisioni importanti, con la mano ferma, ma sempre con delicatezza. In cambio, il cavallo metterà a disposizione la sua potenza e la sua energia. Con questi presupposti e un binomio così solido, allora, si può affrontare ogni cosa, dagli esercizi in maneggio al viaggio di giorni o settimane.
E Carlo, di viaggi, ne ha fatti tanti. Come quando, negli anni ’90, ha percorso a cavallo l’Italia intera, protagonista di una trasmissione televisiva dedicata al turismo equestre, che iniziava allora a diffondersi fino a riscuotere il successo clamoroso di cui gode oggi. Ogni anno conduce piccoli e grandi gruppi di cavalieri alla scoperta di borghi storici, parchi, campagne ma, soprattutto, Carlo continua a mettere in sella persone di tutte le età, dai bimbi piccoli agli adulti, accompagnando umani e cavalli a vivere emozioni intense e indimenticabili.
Nei mesi estivi lo si può trovare in Lessinia, dove si trasferisce con alcuni suoi cavalli per proporre ai turisti passeggiate e trekking tra i pascoli e i boschi di alta quota. Nel suo centro di monta western Basalovo Trekking a Stallavena, invece, organizza corsi, lezioni individuali e collettive e passeggiate in ogni stagione. Ed è punto di riferimento nazionale all’interno dell’associazione Fitetrec-Ante, affiliata alla Federazione internazionale turismo equestre, dalla quale è riconosciuta quale unica rappresentante in Italia (per approfondimenti si può consultare il sito www.fitetrec-ante.it).
A Carlo Franck va riconosciuto un grande merito: aver favorito la nascita di straordinarie relazioni di amore e amicizia tra i cavalli e i loro umani. Il tempo dedicato agli animali, grazie alla sua mediazione, è un tempo di qualità. Dove la sella e la monta hanno la loro importanza, certo. Ma dove ritrovano significato anche i gesti semplici, i pomeriggi che trascorrono senza fretta passeggiando nei prati, curando e pulendo i cavalli in scuderia, rimanendo in silenzio a godersi l’aria aperta e la quiete delle colline. Con la migliore compagnia che si possa avere.
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