Attualità
stampa

Il vero macigno demografico, «ma l’Italia ce la farà»

Gian Carlo Blangiardo (presidente dell'Istat): «Impietosi i numeri di nascite e consumi»

Il vero macigno demografico, «ma l’Italia ce la farà»

Se in ambito economico il quadro italiano è fatto da luci e ombre, in quello demografico predominano le seconde in un contesto caratterizzato da culle vuote, o quasi. Sono stati questi due punti centrali a venire illustrati e analizzati dal prof. Gian Carlo Blangiardo, demografo e, dal febbraio scorso, presidente dell’Istat.
In economia si assiste a una crescita debole e frammentata in un contesto internazionale contrassegnato da un clima di incertezza. Se l’indebitamento netto si è ridotto, il rapporto tra debito pubblico e Pil al 132,2% «è un segnale di fragilità della nostra economia». L’occupazione invece è tornata ai livelli pre-crisi (tasso di disoccupazione sotto il 10% nell’ultimo mese), anche se gli occupati sono cresciuti al Nord e principalmente nelle professioni qualificate, segno che «la formazione, la capacità, la competenza in qualche modo premiano», ha osservato Blangiardo.
Le imprese che vanno meglio «sono quelle che hanno la capacità di rinnovarsi, di valorizzare il capitale umano». Il Paese ha una ricchezza enorme, costituita dal patrimonio culturale e ambientale che andrebbe valorizzato sempre più e meglio. Quanto alle prospettive, a prescindere se il Pil crescerà nel 2019 dello 0,3% o dello 0,1%, il docente universitario rimane cauto: «Diciamo che c’è una possibile lieve crescita».
Diversa e pesante è la situazione demografica: tra il 2008 e il 2018 i nati sono diminuiti di 138mila unità (da 577mila a 439mila) e nel primo trimestre di quest’anno le cose sono andate pure peggio: -2% rispetto all’anno scorso quando è stato toccato il record della più bassa natalità di sempre. Il saldo naturale (differenza tra numero dei nati e dei morti) è negativo di circa 200mila unità. Aumenta la durata della vita media, crescono gli ultraottantenni, novantenni e centenari.
Per quanto concerne i giovani, si spostano in là le scelte della vita: «Ci si sposa più tardi, si aspetta a mettere al mondo il primo figlio, poi spesso non c’è “lo spazio” per fare il secondo».
Il presidente dell’Istat ha messo in luce la relazione stretta che sussiste tra economia e demografia: «Da quattro anni la popolazione italiana diminuisce. Le unità di consumo (cioè il potenziale di consumo, ndr) sono cresciute fino a un certo punto, poi si sono stabilizzate. Negli ultimi anni ci lamentiamo dell’insufficiente spesa delle famiglie che possa trascinare la domanda e quindi la crescita. Ebbene, la popolazione è diminuita in termini numerici ma non in maniera drammatica in quanto si è aggiunta una forte componente di presenza straniera, la quale per vari motivi ha probabilmente una propensione e una qualità di consumo più basse rispetto alla popolazione italiana». E le prospettive future delle unità di consumo non fanno intravvedere inversioni di tendenza. Per non parlare del fatto che è pure destinata a ridursi la popolazione in età lavorativa.
Se questa è la situazione oggi, una domanda sul domani viene da porsela: l’Italia ce la farà?
«Ci sono stati anni nel nostro Paese in cui l’inflazione era al 20% – ha argomentato il demografo –. La gente prendeva lo stipendio che non bastava più a comprare le cose che acquistava prima. Per non parlare del fatto che qualcuno veniva ammazzato per strada. Insomma, c’erano aspetti più problematici dell’inflazione. Ebbene, gli anni Settanta li abbiamo superati, ne siamo venuti fuori. Se ce l’abbiamo fatta allora, perché non dovremmo farcela adesso? Non è peccare di ottimismo, è realismo. Questi sono dati veri. Io non ho una risposta positiva o negativa alla domanda se l’Italia ce la farà. Io dico: è possibile. E se noi crediamo che una cosa è possibile, sono convinto che magari riusciamo anche a ottenerla».

Il vero macigno demografico, «ma l’Italia ce la farà»
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento