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La narrazione dei laboratori politici

Concita De Gregorio, ex direttrice  dell’Unità, accanto alla passione per la carta stampata, dopo la trasmissione Pane quotidiano, torna con FuoriRoma sul piccolo schermo, con l’intento di raccontare cosa si muove nel nostro Paese al di fuori della capitale...

Parole chiave: FuoriRoma (1), Concita De Gregorio (1), Spiato in tv (180)
La narrazione dei laboratori politici

Concita De Gregorio, ex direttrice  dell’Unità, accanto alla passione per la carta stampata, dopo la trasmissione Pane quotidiano, torna con FuoriRoma sul piccolo schermo, con l’intento di raccontare cosa si muove nel nostro Paese al di fuori della capitale. Non si tratta soltanto di una lontananza fisica, ma metaforica, andando a incontrare nel loro territorio le amministrazioni locali che sperimentano nuove coalizioni di governo dissimili da quelle centrali oppure diverse dalla tradizione. La giornalista intervista a tu per tu le varie anime di una città attraverso i politici ma anche gli interpreti della società civile. Il tono della narrazione è pacato, corredato anche da interessanti introduzioni che spiegano la singolarità di alcune scelte o il perché di alcune interviste. Alla base di questi colloqui più che la domanda serrata e puntuale vi è il genere del racconto, il desiderio di illustrare una città a chi non la conosce.
Mentre si odono le parole dell’intervistato, compaiono accanto a lui delle scritte virgolettate che riassumono graficamente il pensiero che si sta esponendo. È ormai strano oggi in televisione imbastire un discorso politico e immediatamente non sentire un diverbio acceso, un contrasto animato o addirittura qualche insulto. Interessante poi, in questo impegno di approfondimento, interpellare i personaggi sconfitti alle elezioni o che hanno abbandonato volontariamente l’attività politica. L’intento della conduttrice, che ben s’informa su quanto va a incontrare, è quello di iniziare a dipingere idealmente un affresco armonico e possibilmente completo secondo un suo indirizzo sapientemente concepito, lasciando che sia poi il telespettatore a finire il disegno secondo la propria sensibilità, anche di natura politica. Come recita il sottotitolo della trasmissione: le città, il futuro, la politica, le tonalità base dalle quali poi si possono ricavare numerose sfumature. L’itinerario curioso lungo la penisola mostra la condizione del Paese reale che più che interrogarsi su quale compagine di partito scegliere per amministrare, prova sempre più disaffezione nei riguardi di chi dirige la cosa pubblica. Proprio nel confronto con le situazioni più vicine alla vita del cittadino, queste amministrazioni particolari o inedite, possono diventare un laboratorio per ribaltare la situazione e tornare a parlare di politica senza affiancarvi la parola corruzione o interesse personale. Se il motto popolare parla di Roma ladrona, fuori di essa pare si trovino ancora amministratori che cercano di essere onesti.

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