Spiato in tv
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Bebe Vio, verve e ottimismo contagiosi

Con La vita è una figata! è proprio cambiato il pomeriggio domenicale di Rai 1, lasciandosi alle spalle definitivamente lo stile da tranquillo salotto perbene. Già dal titolo si capisce che è arrivata un’aria particolarmente frizzante. La trasmissione, tuttavia, affronta un tema difficile: la disabilità fisica...

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Bebe Vio, verve e ottimismo contagiosi

Con La vita è una figata! è proprio cambiato il pomeriggio domenicale di Rai 1, lasciandosi alle spalle definitivamente lo stile da tranquillo salotto perbene. Già dal titolo si capisce che è arrivata un’aria particolarmente frizzante. La trasmissione, tuttavia, affronta un tema difficile: la disabilità fisica. Argomento impegnativo che in prima persona ha come testimonial credibile in funzione di presentatrice Beatrice Maria (detta Bebe) Vio, una ventenne veneziana con gli arti inferiori e superiori artificiali. Donna tutt’altro che rassegnata, affermata nello sport come campionessa paralimpica di scherma, la sua conduzione è un messaggio di speranza per tante altre persone che vivono la sua stessa situazione. A colpire il telespettatore è prima di tutto la spontaneità con la quale si pone davanti alla telecamera e la limpidezza d’animo con cui accoglie i suoi ospiti e li interroga soprattutto sul loro privato. Il confronto con la sua diretta concorrente Barbara D’Urso alle prese con il gossip è stridente. Fa sempre specie sentire un dialogo in cui due persone con menomazioni fisiche si confidano se nei loro sogni si vedono con o senza gli arti. Argomenti delicati che la conduttrice riesce a far rientrare in una normale conversazione tra amici. L’inesperienza come artista si coglie immediatamente, ma proprio questa diventa il suo punto di forza. La trasmissione, pur sgangherata in alcune sue parti, è comunque vera, ed è proprio ciò che attrae. Il linguaggio usato è strettamente giovanilistico, con qualche vocabolo non proprio da galateo, ma mai pronunciato per attirare l’attenzione o provocare. Una trasmissione del genere per riuscire bene non può però reggere una lunga stagione. In sei puntate riesce a lanciare il messaggio che interessa: non arrendersi mai; la vita, comunque, può sempre essere una bella avventura. L’ottimismo della giovane presentatrice contagia e fa scuola, mostra un modo diverso per affrontare situazioni di disabilità permanente. Il 10% circa di share non è il migliore dei risultati possibili, ma segnala che programmi del genere così vivaci possono avere un loro spazio, liberando tali argomenti dalla tv della compassione o dalle rubriche di medicina. Probabilmente la conduzione televisiva non sarà il futuro professionale della Vio, ma averle data questa possibilità a vent’anni dimostra un doppio coraggio in chi gliel’ha proposta e in lei che ha subito accettato.

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