Spiato in tv
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Non è come prima neppure negli ascolti

Messo alla porta dalla tv di Stato dopo quasi trent’anni di collaborazione, Massimo Giletti ha portato su La7 la sua passata trasmissione, cui ha solo cambiato il titolo che è diventato Non è l’Arena...

Parole chiave: Spiato in tv (180), Non è l'Arena (1), Massimo Giletti (1)
Non è come prima neppure negli ascolti

Messo alla porta dalla tv di Stato dopo quasi trent’anni di collaborazione, Massimo Giletti ha portato su La7 la sua passata trasmissione, cui ha solo cambiato il titolo che è diventato Non è l’Arena. Un nome che è esplicito richiamo a L’Arena domenicale in onda nelle passate stagioni su Rai 1. Il cambio di emittente ha portato con sé anche il mutamento d’orario di questo talk show, passato dal pomeriggio alla sera. Nello studio del conduttore piemontese trovano posto i soliti politici, anche di secondo o terzo piano, che discutono sui temi del momento pescando a piene mani nella cronaca locale. Proprio su questi argomenti che si prestano all’indignazione popolare, Giletti si è costruito la sua fama di duro che non guarda in faccia nessuno e che riesce a incanalare senza derive eccessivamente populiste la rabbia della gente. Anima la discussione con domande puntuali che vanno a toccare la vita concreta, quotidiana dei cittadini che sono chiamati in collegamento esterno a dire la loro sui fatti trattati.
Pur arrivando con il suo staff di autori, ha dovuto incorporare nel suo format i professionisti già presenti nella tv di Urbano Cairo, imprenditore oramai collaudato nel raccogliere i transfughi delle altre reti generaliste. Il personale cresciuto a La7, infatti, si trova ogni tanto soppiantato dalle star del giornalismo che arrivano da altre televisioni, come Michele Santoro, Giovanni Floris o Lilli Gruber. La7 si sta guadagnando uno spazio sempre più considerevole nel panorama televisivo, come terzo incomodo tra Rai e Mediaset, grazie al seguito di pubblico che questi professionisti portano con sé. Giletti pur volendo replicare il successo della sua trasmissione precedente, anche come forma di rivincita nei confronti di chi l’ha cacciato e ha riempito lo spazio da lui lasciato libero con Domenica in delle sorelle Parodi, sfida a duello Fabio Fazio, promosso su Rai 1, ma perde la battaglia dell’Auditel. I suoi ascolti sono esattamente la metà di quanto riesce a raccogliere il conduttore ligure con le sue interviste sempre molto politically correct. Neanche Fazio può, però, cantar vittoria perché pur mantenendo pressappoco lo stesso numero di telespettatori dell’anno scorso, ha fatto scendere la media di ascolti della rete.
Non è più L’Arena di prima, sul volto del suo conduttore si legge ancora il rancore di chi si ritiene vittima di un sopruso. Ma non si può cambiare canale e orario e pensare che tutto resti come prima.

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